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Di che intelligenza sei?

di Valeria Zacconi

Intelligenze: il plurale è d’obbligo!

Che di intelligenze ne esistano di diversi tipi oramai è un fatto acquisito, così come è assodato che nelle diverse epoche e culture, si intendono talvolta abilità differenti fra loro per ‘intelligenti’, e se ne bollano altre (penso a come fosse bollato chi era dotato di forte intuito e capacità empatica nella nostra società, fino ai primi decenni del secolo scorso) come scarsamente dotate.

Dopo il flop dei test, in particolar modo della misurazione del QI, si è visto che in realtà l’intelligenza non è esattamente quantificabile, ma forse è descrivibile in una miriade di diverse sfaccettature e combinazioni e questo grazie ai progressi svolti sia nella conoscenza del cervello, sia nei vari sviluppi della psicologia, delle scienze cognitive e delle neuroscienze.

Negli anni ’80 del secolo scorso, lo psicologo “Howard Gardner”, professore presso la Harvard University, ha acquisito celebrità nella comunità scientifica grazie alla sua teoria sulle intelligenze multiple: ne ha descritte sette, come dice lui, ‘non-canoniche’, fra cui quella ‘musicale’; la ‘linguistico-verbale’ (facilità nell’apprendere le lingue, sensibilità al linguaggio parlato e scritto, alle terminologie); la ‘corporeo-cinestesica’ (quella di chi possiede la padronanza del corpo, che gli permette di coordinare bene i movimenti, come ginnasti e ballerini); quella ‘spaziale’ (cioè quella di crearsi mentalmente rappresentazioni, riconoscere e orientarsi nello spazio: condivisa da chirurghi, navigatori, scultori, architetti); quella ‘naturalistica’ (relativa al riconoscimento e alla classificazione di oggetti naturali), oltre alla più celebrata intelligenza ‘logico-matematica’ (valutazione di oggetti concreti o astratti, abilità nell’individuare relazioni e principi).

The mindGardner propone inoltre anche l’intelligenza ‘intrapersonale’ e ‘interpersonale’ o sociale e quella ‘esistenziale’. Secondo questo autore, ognuno è (o può essere) intelligente in almeno sette modi diversi; alcuni dei quali sono più potenziati ed altri labili o sopiti.

A quali quesiti sull’intelligenza può rispondere la grafologia?

Dall’analisi della scrittura è possibile descrive il tipo di approccio intellettivo di chi scrive, valutare anche se l’intelligenza è di tipo costruttivo, cioè efficace, oppure no. Lo scrivente mette realmente le proprie abilità potenziali in pratica? Cosa eventualmente lo frena? Quale fra l’aspetto critico-analitico, sintetico-creativo o pratico-realizzativo prevale fra gli orientamenti di chi scrive? Quale eventualmente è carente? Quale di ostacolo?

Anche la capacità adattativa fa parte dell’intelligenza (oltre che dell’affettività) e del resto, i fattori affettivi sono fondamentali per arricchire l’intelligenza, soprattutto nella sua componente ‘emotiva’, legata alla capacità di riconoscere, utilizzare, comprendere e gestire in modo consapevole le proprie ed altrui emozioni, come ben descritto da “Daniel Goleman” (Intelligenza emotiva, Milano, Rizzoli, 1997).

L’intelligenza è inoltre sia fluida, riguardante le nostre potenzialità innate, sia cristallizzata, che riguarda cioè le modalità (per lo più di origine affettiva) di comportamento, collegate a fattori ambientali e educativi. E’ qui che sedimentano le credenze e convinzioni che sono alla base dei nostri ‘copioni’ o ‘scenari’ interni (su questo punto ha molto scritto e parlato “Bruce Lipton”, biologo cellulare statunitense).

La maggior parte delle rappresentazioni mentali, della cosiddetta intelligenza cristallizzata, non sono innate e nemmeno statiche. Esse si sono formate nel primo periodo di vita a contatto con l’ambiente, le figure di riferimento, i primi educatori. E’ tuttavia sempre possibile intervenirvi e promuovere un cambiamento. In tale processo cognitivo e di ‘autoformazione’, la grafologia può dire la sua.

Nella vita scolastica prima e professionale poi, se incontriamo attività che si armonizzano con il nostro tipo di intelligenza, per noi saranno più facili le possibilità di successo; viceversa, se non ci riusciamo, potremmo letteralmente soffocare, mentalmente e affettivamente, o quantomeno, fare molta, troppa fatica a trovare la nostra strada, il nostro successo, la realizzazione del nostro senso di missione nella vita (che è e rimane uno degli scopi dell’esistenza umana).

La grafologia può aiutare a definire il tipo di intelligenze operanti in ognuno di noi: Alfred Binet , nel 1907, aveva già individuato i vari aspetti dell’atto intellettuale, secondo i parametri di comprensione, direzione (ossia la capacità di agire in vista di uno scopo), adattamento, invenzione, correzione (la capacità di apprendere dai nostri errori), che possono ancora essere utili.

L’intelligenza, come già accennato sopra, secondo lo psicologo americano Gardner può essere inoltre interpersonale (o empatica), che rappresenta la capacità di comprendere e interagire col prossimo; elemento che il grafologo può circoscrivere e meglio definire, soprattutto in vista di una selezione aziendale, poiché si riferisce anche alla capacità di cooperare e lavorare in gruppo.

Vi è inoltre un’intelligenza intrapersonale che è molto difficile da valutare; si tratta di una dimensione intima di cui non tutti dispongono e che non va mai isolata; dà la tendenza a capire sé stessi, i propri sentimenti e le proprie paure e sottende in realtà a molte delle nostre scelte esistenziali.

Articolo inviato a FisicaQuantistica.it direttamente dall’autrice 

Articolo di Valeria Zacconi, web:http://consulenzeingrafologia.it

Valeria Zacconi – Diplomata nel 1985 presso la Scuola Superiore di Studi Grafologici di Urbino, con specializzazione in grafologia peritale. Iscritta all’elenco degli Esperti e periti del Tribunale di Firenze.

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Aprire le Menti

La creatività e i dilemmi dell'educazione

di Howard Gardner

"Non si può scandagliare l'educazione

senza mettere nel quadro le proprie

reazioni e i propri sistemi di valori"

 

Nato al seguito di un progetto di studio comparativo tra i siste­mi di istruzione cinese e americano, questo libro è andato via via assumendo i connotati di un'indagine profondamente coin­volgente l'autore, che vi ha profuso l'intera sua esperienza di sviluppo intellettuale e di scelta professionale, spingendosi fino a un primo tentativo di fissare i termini di una spiegazione teorica al fenomeno della creatività e ai modi per aiutare l'e­spressività.

Affronta il tema del multiculturalismo nella scuola e i modi in cui insegnare.

L'obiettivo è sempre insegnare a leg­gere, scrivere, parlare, far di conto, ascoltare, valutare, misura­re, ma i modi e i tempi nell'insegnare queste capacità devono variare da persona a persona.

Questo è il più personale dei libri di Howard Gardner, un testo in cui l'autore si mette direttamente in gioco, ma anche il testo di rifondazione dell'educazione pro­gressista americana, dopo anni di egemonia sui temi dell'istru­zione da parte della destra.

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