Esperienze di Premorte e Fisica Quantistica......31.....5....19

Esperienze di Premorte e Fisica Quantistica

di Francesco Albanese

La teoria centrale della sopravvivenza alla morte ruota attorno al concetto di “Memoria Quantica” (Goswami, 2011). L’idea è che parte della nostra memoria sia non-locale, vale a dire che non risieda localmente nel cervello, ma in “un luogo” privo di spazio-tempo.

L’antico termine sanscrito per questo “luogo” è “Akasha”, quello più moderno è “Campo Quantistico”, quello più metafisico è “Coscienza”. Secondo la filosofia dell’idealismo monista (Goswami e altri, 1993), è la Coscienza la base di tutta l’esistenza, non la materia: sia il mondo materiale che quello mentale emergono, cioè, dalla Coscienza.

La Coscienza perciò non è un epifenomeno del cervello, ma quella base dell’esistenza che contiene tutte le possibilità di manifestazione (di ciò che è mentale e di ciò che è materiale), incluso il cervello stesso (Goswami, 2011). Non è allora il cervello a creare la Coscienza, in quella catena di causalità verso l’alto in cui crede la Scienza dualistica, secondo la quale le particelle subatomiche e le loro interazioni creano l’atomo, insiemi di atomi creano le molecole, insiemi di molecole formano le cellule, alcune delle quali sono neuroni, collettività di neuroni costituiscono il cervello e il cervello genera i processi mentali, tra cui la Coscienza (Goswami, 2004).

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Il cervello non può creare la Coscienza, perché è solo un oggetto. E dato che, nell’ottica della fisica quantistica, gli oggetti sono solo onde di probabilità che “si materializzano” nel momento in cui con l’osservazione facciamo collassare una funzione d’onda, è più corretto dire che è la Coscienza a creare il cervello (Goswami, 2015).

In vita, la Coscienza trova un correlato neurofisiologico nei processi quantistici coerenti di strutture cerebrali chiamate “Microtubuli”, processi che sembrano regolare l’attività delle membrane sinaptiche (Hameroff e Penrose, 2014). Con la morte, e la conseguente cessazione dell’attività cellulare, l’informazione legata ai processi quantistici dei microtubuli si libera, venendo meno l’associazione col corpo fisico. L’informazione, tuttavia, non si disperde nel nulla, ma viene trasferita non localmente alla Coscienza. Se questo è ciò che possiamo chiamare anima, allora la nostra anima è costituita dello stesso tessuto di cui è fatto l’universo.

NDE e Fisica Quantistica

Lette attraverso le leggi che regolano il mondo dell’infinitesimamente piccolo, le esperienze caratteristiche delle NDE, ovvero le Esperienze di Premorte, acquistano un significato diverso da quello di essere mere allucinazioni o meccanismi di difesa del cervello contro la paura:

  • la visione del proprio corpo dall’alto, o dalla prospettiva dei soccorritori, può essere spiegata dal “Principio di non-località”: il soccorritore guarda il corpo senza vita ed “acquisisce le informazioni” della scena, mentre la Coscienza fa collassare una realtà simile tra le tante possibili, in un fenomeno molto simile a quello della telepatia (Goswami, 2011);
  • dopo la morte si verifica una transizione della Coscienza dal mondo materiale, che opera ad una velocità inferiore a quella della luce, ad un mondo che opera ad una velocità maggiore, quello spirituale, o “superluminale”. È molto probabile che questa transizione produca un “effetto tunnel” (il famoso, ricorrente tunnel descritto nei racconti), nello stesso identico modo in cui sembra prodursi quello che gli astrofisici chiamano “buco nero” (Wolf, 1998);
  • l’assenza di spazio e di tempo è una caratteristica peculiare del Campo Quantistico/Coscienza. Il Campo anticipa lo spazio e il tempo, perché spazio e tempo emergono dal Campo. Pertanto “il ritorno” alla Coscienza, al di fuori della materia, libera dal costrutto dello spazio e dal trascorrere del tempo;
  • l’assenza di spazio e di tempo che caratterizza il Campo Quantistico, è anche la spiegazione più plausibile della capacità di comunicare istantaneamente e senza parole di cui racconta chi ha sperimentato una NDE. Nel Campo, la trasmissione di informazione non avviene nel modo tradizionale in cui siamo abituati a sperimentarla ogni giorno, ma in maniera “non locale”. Quindi non vi è alcuna trasmissione di informazione, alcun passaggio diacronico da un punto ad un altro di qualche tipo di segnale in un determinato tempo. Piuttosto, ciò che si verifica è il cambiamento sincronico dello stato quantico delle particelle;
  • infine, la ricapitolazione della propria vita e l’accesso a una conoscenza assoluta, equivalgono ad aver avuto accesso allo stesso campo di informazione che tutto contiene, che trascende ogni limite spazio-temporale, che collega non localmente ogni singola particella dell’Universo, in ogni luogo e in ogni tempo: il Campo Quantistico, o se preferiamo, l’Akasha.

 

Conclusioni

Assieme ai racconti delle vite passate acquisiti mediante ipnosi regressiva, le esperienze di premorte sono una forte prova indiziaria del fatto che “qualcosa” sopravvive alla morte, qualcuno la chiama anima, altri spirito o Coscienza… poco importa. La Fisica Quantistica, inoltre, ci viene incontro nel fornire delle solide basi teoriche ai fenomeni che intercorrono nelle NDE, aprendo una concreta possibilità di lettura alternativa, rispetto a quella data negli ultimi tre secoli, da Cartesio in poi, e che ha trovato ascolto esclusivamente nella sfera della religione e della spiritualità.

Anche in questo caso si parla di teorie, certo. E per questo si parla di prove indiziarie. Ma, allo stesso modo, di teorie si parla nel ritenere che la Coscienza non sia altro che il risultato di qualche scarica elettrica in una matassa di neuroni. La Scienza ha bisogno di risposte certe per poter costantemente demarcare i propri progressi, ma forse il progresso più grande sarebbe rappresentato dalla risposta sincera ad una sola domanda: “Se non sappiamo esattamente cosa la Coscienza sia, come possiamo parlare della sua morte?”

Tratto da: “Perché mi Capita?” Alla ricerca del senso nascosto della Vita, di Francesco Albanese (Psicologo Clinico, Psicoterapeuta, Giornalista, Autore), Editoriale Programma

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