Il karma il fulcro intorno a cui gira tutto......20.....8....19

Il karma il fulcro intorno a cui gira tutto

Tutto poggia e ruota attorno al pilastro portante della religione Jainista; il karma. Senza la sua credenza non è possibile comprendere tutte le altre teorie con cui sono indissolubilmente legate come l'anima, la reincarnazione, la liberazione, il bene e il male e lo scopo dell’esistenza.

E' essenziale credere nell'esistenza del karma come in quella dell'anima perchè determinerà il modo in cui guarderemo e agiremo nel mondo; l'espansione della sensibilità; della saggezza e un profondo livello di compassione. Alcuni suoi frutti sono l'ottimismo, la nobiltà, la tolleranza e lo sviluppo del senso del sacrificio di sé vissuto non come sottomissione ma come forza dello spirito. Tutte le filosofie orientali credono nella dottrina del karma ma mai come nel Jainismo è così tanto elaborato, sistematico e dettagliato. Il karma a differenza di come è creduto nell’Induismo e Buddhismo non è un mero effetto o una conseguenza, secondo il Jainismo il karma che letteralmente significa azione – reazione è un insieme di particelle materiali che si attaccano all'anima conseguentemente all'azione intenzionale e a tutti gli avvenimenti che sono connessi in un processo infinito di causa – effetto, per questo, tutti gli eventi non sono mai casuali ma hanno una ragione specifica di esistere; ogni anima legata al ciclo delle nascite e delle morti è penetrata da questa sostanza, che le offusca l’intelligenza e l’onniscenza a causa delle attività mentali e fisiche che generano 24 frutti chiamati ‘Dandaks’ accumulati nelle vite precedenti sia per le azioni meritorie (shubh) o non meritorie (ashubh), rispettivamente noti come punya e paap.

Tale sostanza karmica si traduce nella formazione di un corpo casuale (karma sarira) in ogni anima, il quale rimane attaccato ad essa fino alla sua liberazione. Si ha così un personale conto bancario karmico da estinguere nel corso di tante vite e a causa di tutti i karma accumulati e di quelli che continua a creare è imprigionata e passa in una successione di corpi per un ripetuto ciclo di rinascite (per una migliore comprensione tutti i 24 Dandaks li troviamo riassunti nella Bhagwatisutra). La violenza e le altre attività sono le porte attraverso le quali il karma entra immancabilmente. Un'anima affonda dentro di essa come una barca con fori affonda nel mare a causa dell'acqua che entra.

 

Una condizione di vita felice è determinata dal frutto della qualità di azioni morali della vita precedente, alla stessa stregua azioni malvagie della vita presente produrranno infelicità in quella successiva. La teoria Jain cerca di spiegare tale processo specificando le varie cause dell'afflusso karmico e schavitù, ponendo uguale enfasi sulle azioni stesse e le intenzioni che stanno dietro questi atti. I vari tipi di karma sono classificati in base ai loro effetti sulla potenza dell'anima. Queste particelle karmiche si attaccano all'anima ogni qualvolta pensiamo, parliamo, agiamo; vuol dire ogni volta che uccidiamo; ogni qualvolta che mentiamo soprattutto per brutti scopi; che proviamo ira; che siamo avidi e agiamo egoisticamente, ma anche quando siamo sinceri, facciamo del bene e siamo generosi. L'atto di uccidere produce il karma peggiore che possa esistere, esso crea gli effetti più gravi, mentre azioni e pensieri pii generano i migliori karma e fruttiferano in esiti benevoli. Ovviamente una brutta azione fatta volontariamente ha un peso karmico negativo, maggiore, rispetto ad una compiuta intenzionalmente. Il karma è come una palla che torna indietro, nel bene o nel male, che sarà grande tanto quanto sarà forte l'effetto del rimbalzo a seconda della potenza di come la si è lanciata: più si danneggia il prossimo e più si soffrirà o più si amerà e più saremo amati, anche se l'effetto non è automaticamente immediato. Pertanto solo un'anima senza nessun tipo di karma, sia negativo che positivo, può auto-realizzarsi e sganciarsi definitivamente dalla sofferenza, poichè anche dopo la pratica di azioni buone, una volta beneficiato del loro breve o lungo effetto felice, scampando così al dolore e alle sventure della prossima vita, ritorna di nuovo a vivere nella condizione umana e ricomincia tutto dal punto di partenza nella valle di dolore e tribolazione del mondo! I numerosi stadi di sviluppo spirituale legati alle rinascite sono strettamente personali e possono durare anche tantissimi decenni, per cui anche se possiamo nel mondo assicurarci una nascita futura migliore rispetto a quella che viviamo nel presente, non si è raggiunti l'obiettivo finale, poichè rimarremmo ancora intrappolati nel ciclo senza fine della trasmigrazione dell'anima dal momento in cui le nostre azioni produrranno altro karma e ci riporteranno sempre sul piano materiale. Così i Jainisti per raggiungere la definitiva liberazione, considera, la possibilità di trascendere il bene e il male e tutto ciò che genera attaccamento, ma possibile totalmente negli ultimi stadi del progresso spirituale dell'anima (nella fase dell'onniscenza) e per questo che il laico, dopo aver vissuto virtuosamente il proprio cammino di fede, si imbarca verso la strada della vita da monaco, capace di realizzare il grande scopo. Senza la conoscenza dell'anima e i suoi rispettivi stati di coscienza rimarremmo inconsapevoli e quindi ignoranti come se brancolassimo nel buio. Non si studia l'evoluzione dell'anima per fare un utilizzo di discriminazione o per accentuare il proprio ego, ma per comprendere il punto in cui ci troviamo in termini di ‘evoluzione’ per poterci migliorare e avanzare nel nostro viaggio interiore e prendere coscienza di dove si può e si deve arrivare per raggiungere il nostro nirvana come hanno fatto tutti i grandi illuminati dell'umanità. Ci è utile per gli altri, perché è come se fosse una sorta di empatia che permette di percepire e cogliere il bisogno dell'altro e aiutarlo al meglio nel suo percorso, riconoscendo e accettando la sua evoluzione spirituale. Solo la dottrina del karma fornisce una spiegazione logica e razionale al bene e al male, all'apparente ingiustizia terrena che investe gli esseri viventi. Secondo il Jainismo le disuguaglianze, le sofferenze e il dolore sono la prova dell'esistenza del karma; può essere somma o sottrazione, perchè si può aggiungere e si può togliere; sono i piatti di una bilancia che nessuna entità suprema potrà equilibrare, eliminando qualsiasi affidamento su qualche presunta esistenza di grazia o punizione divina, attribuendo le responsabilità unicamente alle azioni individuali; su quei piatti difatti peseranno le azioni positive e negative che creeranno un karma specifico determinando tutto: il tipo di corpo fisico, le attitudini, la diversa specie biologica, la povertà, la ricchezza, la malattia, la salute, il successo, tutte sono il risultato delle azioni delle esistenze precedenti. La credenza al karma e al ciclo evolutivo dell'anima sviluppa nell'individuo una grande responsabilità individuale e sociale e rende il Jainismo una religione prevalentemente etica. Per questo i Jainisti sono molto rispettosi, praticano la tolleranza e la compassione verso ogni essere vivente; anche un moscerino sta compiendo la sua esperienza di crescita, tutti gli esseri viventi sono manifestazione della stessa anima e hanno uguale diritto di esistere, tutti prima o poi raggiungeranno la massima fioritura spirituale.

Facendo un esempio: immaginiamo una barretta magnetica e perni di ferro. Quando il magnete è vicino ai perni, grazie al suo campo magnetico, i perni vengono attratti dal magnete e si attaccano ad esso. Il magnete è l'anima con il suo magnetismo (che ha fin dall'eternità) di attaccamento e avversione (Raag e Dvesh), ossia le quattro passioni di rabbia, avidità, inganno e orgoglio (Chau kashay). Quando il magnete perde il suo magnetismo, i perni cadono automaticamente e non possono più essere attratti da esso. Allo stesso modo quando l'anima raggiunge lo stato di purezza ogni schiavitù karmica è distrutta, essa non attira più karma. Così il Karma nel Jainismo funziona come un meccanismo di auto-sostegno, di legge universale naturale, senza alcun bisogno di un soggetto esterno per la sua gestione. La teoria karmica nel Jainismo opera con la giustizia, non c'è scampo ... 'ciò che si semina si deve raccogliere'. Anche i Tirthankara stessi sono passati attraverso le fasi di emancipazioni per raggiungere quello stato.

 

Ci sono 5 porte per attirare il karma e sono:

Credenza errata della natura della realtà (mithyatva) : cioè non avere la giusta visione del sé. Nella sua ignoranza, un'anima considera il sé come un corpo e questo attrae nuovo karma per l'anima.

• Condotta sfrenata (Avrat),
• Passione come la rabbia, l'avidità, l'orgoglio e l'inganno (Kashay),
• Negligenza, imprudenza (Pramad)
• Attività svolte dalla mente, parola e corpo (Yoga)

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