INTEGRARE L'OMBRA SENZA NUTRIRLA....26.....9....18

INTEGRARE L'OMBRA SENZA NUTRIRLA

Prima di tutto dobbiamo comprendere cosa si intenda per "ombra". Spesso l'ombra viene considerata in quanto realtà esterna all'individuo: "ombra" sarebbero le forze del male, i demoni, gli esseri -umani e non- che lavorano affinché la coscienza planetaria resti irretita nelle forze dell'identificazione.

Tutto questo esiste, eccome, ma a me piace andare all'essenziale: poiché le forze dell'addormentamento non hanno alcun potere su di noi, se non nella misura in cui noi stessi siamo conniventi con l'inerzia dell'inconsapevolezza, l'unica ombra che è necessario conoscere, è quella al nostro interno.

Dal punto di vista psichico l'ombra sono le parti di noi che ci risulta doloroso o inquietante riconoscere, e che pertanto tendiamo a nascondere a noi stessi, prima che agli altri.

Questo punto è molto importante: non esistono contenuti psichici che siano di per sé "ombra"; essi sono "ombra" solo in quanto inconsapevoli. Io non cado cioè preda dell'ombra perché in me vi sono pulsioni egoistiche o violente, propensioni al vizio o persino tendenze sadiche perché... Qualunque essere umano possiede aspetti di questo tipo! È perfettamente normale che in noi risiedano, accanto agli aneliti più nobili, anche le inclinazioni più abiette e immorali. Non solo non siamo persone "oscure" se tutto ciò alberga in noi, ma possiamo diventare persone sempre più elevate, proprio nella misura in cui riconosciamo serenamente queste parti e instauriamo un rapporto costruttivo con queste ultime. La persona "malvagia", ovvero la persona che cade preda dell'ombra, non si distingue quindi dalla persona "luminosa" per il fatto di avere delle componenti crudeli, viziose, etc: anche la persona luminosa le possiede allo stesso modo. L'unica differenza sta nel fatto che il "malvagio", ovvero "colui che fa il male", non è consapevole di queste sue componenti, non le vede, le nasconde a se stesso e agli altri, e ne è pertanto agito. Vi è un assassino tanto nel Santo, quanto nel criminale. La sola differenza è che il primo ha riconosciuto l'assassino dentro di sé, e lavora per trasformarlo al suo interno; il secondo, anziché riconscere la propria pulsione omicida, ne è stato posseduto e l'ha agita all'esterno. Tutti siamo peccatori, la sola differenza sta nel fatto che un Santo, -come diceva Sant'Agostino- è un peccatore che non si è arreso ai propri peccati.

L'approccio corretto verso la nostra "ombra" interiore consiste pertanto in un riconoscimento privo di ingaggio: si tratta cioè di scoprire e riconoscere le nostre parti oscure, senza tuttavia nutrirle di energia. L'ombra è invece ingaggiata, ovvero nutrita, attarverso due atteggiamenti apparentemente contrapposti, ma essenzialmente simili:

1 - Quando vogliamo combattere l'ombra, ovvero quando nutriamo il desiderio di rimuovere le nostre parti oscure, rifiutandole.
2 - Quando vogliamo agire l'ombra, ovvero quando pretendiamo di dare libero sfogo alle nostre parti oscure. Questo secondo atteggiamento è spesso caldeggiato da quei falsi maestri (nei fatti "maghi neri"), i quali seducono gli allievi con l'argomento secondo il quale dedicarsi al vizio permetterebbe di esplorarlo, e sarebbe pertanto proficuo per la crescita della consapevolezza.

Al contrario entrambe queste condotte sono da evitare, in quanto irrobustiscono i nostri aspetti inconsapevoli, e rendono sempre più difficile e doloroso arrivare a una loro integrazione.

Alessandro Baccaglini

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