L’Accettazione del Karma nel Qui e Ora

L’Accettazione del Karma nel Qui e Ora

Quando passiamo la porta della morte, sia nella sfera animica che, poi, nella sfera spirituale, tutte le esperienze che abbiamo raccolto durante l’esistenza vengono confrontate con la “verità vera”.

Quello che concorda viene accettato e automaticamente diventa una qualità acquisita per l‘anima.
Quello che invece non va bene viene scartato.

Quando torneremo “in discesa” raccoglieremo queste qualità maturate che diverranno un talento per la vita nuova (così si comprende perchè Mozart a quattro anni potesse già comporre musica).
La qualità – fino al genio – si può spiegare solo così, alla luce di questi fatti spirituali.

In realtà questi talenti che ci portiamo dalle nostre esistenze precedenti, diventano una nostra “forma”, un qualcosa di fisso e quindi non libero. Quante altre cose avrebbe potuto fare Mozart se si fosse dedicato anche ai nuovi talenti che avrebbe potuto sviluppare nella sua incarnazione, quella che noi conosciamo?

Se, durante la vita, le esperienze sono state lette solo in chiave materialistica e non alla luce del vero e del bene, questo fa si che nella nostra risalita resteremo molto bassi.

Siccome non abbiamo sviluppato pensieri per la spiritualità, anche se posti di fronte alle  immagini spirituali del Vero, del Buono e del Giusto, non le potremo riconoscere. E’ come essere ciechi e sordi per il mondo spirituale e quest’anima, nel suo cammino, sarà portata ad interessarsi solo delle cose materiali.

Al ritorno sulla Terra, incontreremo quelle persone a cui abbiamo fatto del male nella esistenza precedente e queste ci presenteranno il conto delle nostre azioni. Potrà essere un “nemico”, oppure un “amico” che diventa all’improvviso “nemico”, o una persona che ci fa del male senza (per noi) alcun motivo (ma “dall’altra parte” il motivo c’è!), oppure una persona con qui abbiamo un incidente d’auto, o altro.

Quando ci troviamo in queste situazioni, per la nostra anima è come essere davanti a un bivio: o si accetta o si rifiuta ciò che il Karma ci porta. Se lo si rifiuta, il conto ci verrà ripresentato un altra volta, normalmente fino a tre volte e ogni volta con peso maggiore. Se la terza volta ancora non accettiamo il nostro Karma, diventiamo “ripetenti”, ossia il superamento di quella prova viene rimandato ad un’altra esistenza.

Il segreto è quindi accettare il proprio Karma, viverlo e amarlo. Questa è la cosiddetta ” perfetta letizia” di San Francesco.

Tutto ciò che abbiamo detto riguarda l’Io Superiore. Egli si ferma davanti alla porta della nascita. Ciò che scende e si manifesta è il cosiddetto Io inferiore o ego con la sua organizzazione.

L’Io inferiore, in realtà, è l’immagine, l’ombra dell’Io Superiore vista attraverso i nostri corpi inferiori ( sopratutto l‘astrale) nei quali ci identifichiamo.

La nostra parte spirituale più pura non entra nella terra e nell’esistenza. La parte portatrice di tutti i pensieri, le immagini cosmiche, la verità che abbiamo colto, i talenti le virtù che abbiamo sviluppato, si ferma davanti alla porta della vita. Il nostro tesoro più intimo si ferma davanti alla porta, entra solo l’Io inferiore e solo alla morte i due si incontrano.

Noi nasciamo che non sappiamo fare nulla, dobbiamo imparare tutto, ma gran parte del lavoro della nostra esistenza consiste nel “ricordare” ciò che si è fermato alla porta della vita.

Tutti i pensieri che possiamo sviluppare durante l’esistenza sono solo quelli che abbiamo lasciato davanti alla sua porta. Tutti i nostri pensieri sono già stati pensati, tutti i nostri sentimenti sono già stati sentiti, tutte le nostre azioni sono state già seminate, perchè  l’Io Superiore, in quanto Sè Spirituale, è un’entità Divina (Dante chiamava questo” non ricordare” attraversare il Lete, il fiume della memoria).

Anche il lavoro che stiamo ora cercando di fare è un cercare di ricordare e ripetere immagini che abbiamo portato con noi fino alla soglia dell’esistenza e che adesso non possiamo direttamente ricordare.

Ogni notte, però, andiamo a rivederle. E’ riduttivo pensare che l’incontro tra persone avvenga solo a livello intellettuale. E’ importante il rapporto con i pensieri che sono stati letti o ascoltati.

Di notte, inevitabilmente, li confronteremo con le immagini di verità che incontreremo e vedremo se questi pensieri coincidono con quello che abbiamo “lasciato alla porta”. Verrà il giorno in cui, dentro di noi, le due immagini andranno a coincidere e inizieremo a comprendere che questi pensieri “un po’ strani” sono veri.

Nascerà allora in noi la determinazione di approfondire queste verità spirituali, che sono il filo che ci guida verso la nostra meta.

 

Tratto da    “Le Catene Inconsce”

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