La Follia della Normalità..........8......5....18

La Follia della Normalità

di Claudio Colombrita

Disturbi mentali, psicosi, nevrosi, follia, tante sfaccettature, tante facce di una medaglia dai mille colori.

Non parlerò di medicina, perché non ne ho le competenze, non parlerò delle diverse forme di disturbo mentale e, devo dire la verità, in realtà non amo neanche la parola disturbo.

Nella mia esperienza di volontariato e nella mia esperienza di vita, mi sono imbattuto spesso in persone che presentavano queste particolarità e, lungi da me sminuire problematiche e disagi connessi, ho sempre cercato di capire cosa ci fosse dietro la patologia.

Al di là delle frasi fatte, devo confessare che non mi sono mai trovato a disagio, bensì mi sono sentito “meno”. Un ragazzo sapeva a memoria tutto ciò che sentiva durante una giornata, potevano essere televendite, programmi televisivi o radiofonici, quiz (sapeva domanda e risposta), telefilm, telegiornali ecc… Una bambina mi ha fatto ridere di gusto per due ore intere, con la sua originalità, il suo modo di affrontare ogni giorno, la sua prospettiva “diversa” e “originale”. E poi tanti altri spunti, tante altre storie, che non basterebbe un libro per descriverle.

GENIO - LIBERA LA TUA GENIALITà<br />
di Radleigh Valentine</p>
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LA FREQUENZA DEL GENIO</p />
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LA CREATIVITà SCIENTIFICA</p />
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LA RIVOLUZIONE QUANTICA DEL PENSIERO</p />
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Sì, torniamo sempre allo stesso punto: io uso la parola “diversità” in senso totalmente positivo, amo i diversi perché anche io sono un diverso, ingabbiato in un mondo assolutamente piatto e omologato a standard (definiti da chi poi?).

Quando trovo un bambino o un ragazzo con quella vena di originalità e creatività mi accendo, lo percepisco come fratello, non sai mai cosa puoi aspettarti, non sai mai cosa uscirà dalla sua bocca o che gesto compirà, la noia non esiste, l’imprevedibilità è all’ordine del giorno.

Ma la creatività fa paura, la diversità atterrisce: sono tutti lì, con il loro piccolo orticello, fanno le stesse cose tutti i giorni, riempiono le loro giornate per non guardarsi dentro e per ammutolire i loro istinti creativi. Ti “francobollano” come pazzo se vai anche solo un attimo fuori dagli schemi, figurati se presenti una psicosi.

Se leggete qualche articolo del mio blog, mi potrete etichettare tranquillamente come folle, perché credo in un mondo che non esiste, se non in una piccolissima parte della nostra società. Siamo folli, noi, che pensiamo di poter cambiare il mondo con le nostre parole e totalmente pazzo è chi vuole cambiare la consuetudine, vuole piantare qualcosa di diverso nella banalità dell’orticello di sempre, chi suggerisce interpretazioni diverse ad un concetto che si credeva consolidato.

I matti hanno tante capacità diverse, alcune i normali se le sognano. Sì… ho scritto matti, ma potevo scrivere pazzi, folli o tutti i sinonimi della Treccani, perché io vedo tutto ciò sempre in accezione positiva e la mia creatività si accende, subisce degli stimoli che non potrebbe mai avere nella vita di tutti i giorni, ingabbiata da routine e convenzioni.

Vincent van Gogh fu rinchiuso in un manicomio, ma ci ha regalato tele stupende. Ha deciso di farla finita con un colpo di pistola al petto, in piena campagna, mentre dipingeva… la normalità proprio non gli apparteneva. E che dire di Virginia Woolf, scrittrice originale e controversa, che ancora oggi ricordiamo per le sue parole, ma anche per l’essersi lasciata annegare nel fiume Ouse.

Abbiamo svariati esempi di persone altamente creative che hanno dovuto pagare un caro prezzo per la loro originalità. Nella vita di tutti i giorni, il caro prezzo è l’essere additati come diversi, l’essere emarginati, derisi, insultati. Lo so, è difficile non soffrirne, sia come parenti o amici, che come diretti interessati, ma ricordiamoci che dietro a questi atteggiamenti c’è spesso la paura per qualcosa che non si conosce, che può sconvolgere il solito piccolo orticello, che può sconquassare la propria vita, che può aprire la propria mente e che può risvegliare la creatività calpestata da tempo.

Chi dice cosa sia la follia e quali colori ha? Chi è folle? E come lo stabiliamo? E poi, è così tanto importante stabilirlo? Non sarebbe meglio rispettarci così come siamo, senza dover per forza cambiare qualcosa?

P.s. Nessuno vuole sminuire patologie importanti e disagi ad esse connesse. Si tratta di un diverso punto di vista, senza la presunzione che sia quello giusto.

Articolo di Claudio Colombrita

Fonte: http://alidiporpora.it/la-follia-della-normalita/

LE MONTAGNE DELLA FOLLIA<br />
di H.P. Lovecraft</p>
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LA MENTE SUPERUMANA<br />
di Berit Brogaard, Kristian Marlow</p>
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LA SCHIZOFRENIA NON ESISTE, E SE ESISTESSE IO VORREI AVERLA</p />
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La Schizofrenia non esiste, e se esistesse io vorrei averla

Nell'anno in cui si celebra il trentennale della Legge Basaglia, il Diario di Gianna fornisce una originale, forse unica, testimonianza di chi ha vissuto sulla sua pelle l'esperienza della malattia mentale e, soprattutto, l'impatto duro e doloroso con la psichiatria. Più di trenta ricoveri coatti riuscirebbero a piegare chiunque, ma Gianna è riuscita, forse proprio attraverso la scrittura, a organizzare la sua personale resistenza.

La storia dei suoi ricoveri obbligati e delle terapie psicofarmacologiche che non ha mai accettato e alle quali imputa l'insorgenza del suo tumore al seno, ci viene proposta con femminile sensibilità e con poesia.

Ma, tra colloqui personali con Cesare Pavese e presenze spirituali che abitano la casa e svuotano il frigorifero dalle ciliegie, si esprime anche la rabbia di chi vuole proporsi come paladina di quanti, che non sono pochi, hanno attraversato le sue stesse esperienze.

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