Cosa significa l’espressione “Conosci te stesso”?
La consapevolezza di ciò che siamo (e ciò che non siamo) è la chiave di volta per ritrovare la fiducia in noi stessi. Conosci te stesso e non c’è sfida che non potrai affrontare.
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“Una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta.”
Socrate.
Gnōthi seautón: conosci te stesso. Questa è la scritta che campeggiava sul pronao del tempio del Dio Apollo a Delfi e che per secoli ha influenzato i più importanti pensatori della cultura occidentale: da Socrate a Platone, da Sant’Agostino a Kant.
Se hai studiato filosofia forse non è la prima volta che leggi questa esortazione delfica, ma sei sicuro di conoscerne il reale significato? Comprenderlo potrebbe essere la chiave per ritrovare la fiducia in te stesso ed innescare quel cambiamento che ormai aspetti da troppo tempo. La conoscenza è il seme da cui germoglia la nostra crescita personale.
Conosci te stesso. Non fare il fesso. Leggi adesso.
Cosa significa l’espressione “Conosci te stesso”?
Guru, guretti e para-guru ci esortano a scoprire il potenziale che è in noi, ad indagare l’unicità che ci contraddistingue e a coltivare i nostri punti di forza. In fondo, se impariamo a riconoscere il bello che alberga nel nostro animo e nella nostra mente la nostra autostima non potrà che giovarne, giusto? Forse, ma non è questo il reale significato della sentenza “conosci te stesso”:
Nell’antica Grecia gnōthi seautón era innanzitutto un richiamo a conoscere e riconoscere i propri limiti. Come scrisse lo stesso Omero nell’Iliade, il Dio Apollo, a cui era dedicato il tempio di Delfi, considerava gli uomini:
“Miseri mortali che, come le foglie, ora fioriscono in pieno splendore, mangiando i frutti del campo, ora languiscono e muoiono.”
Iliade (XXI, 463-466).
“Conosci te stesso” significava dunque prendere coscienza della propria fragilità ed imperfezione.
Ammazza Andrè, ‘na bottarella di autostima che non ti dico! Ma sto “gnorri santon” non doveva essere la chiave di volta che mi avrebbe permesso di ritrovare la fiducia in me stesso?
L’importanza dei nostri limiti
Viviamo in una società in cui fragilità e limiti sono demonizzati e ancor più spesso ignorati. Oggi l’uomo di successo è colui che non ha limiti, un dio moderno. Pensa ad esempio al film Limitless:
“Prima ero cieco, ora vedevo“. Sì certo, il film vuole trasmettere una sorta di morale, soprattutto nella parte conclusiva, ma ciò che esalta lo spettatore è l’apoteosi di un’esistenza senza limiti (bei vestiti, attici da 12m$, macchine sportive, etc.). Non è forse il sogno recondito di ognuno di noi poter disporre di una “pillola magica” che ci consenta di trasformare istantaneamente la nostra vita? Tutto sarebbe finalmente facile: nessun limite, nessuno sforzo, nessun disagio.
La parola d’ordine è dunque negare ogni nostra limitazione, cancellarla, possibilmente utilizzando qualche soluzione “fast-food“: veloce, immediata, senza impegno. Siamo accecati dal desiderio di raggiungere il famoso “salto quantico“, ma solo a patto di poter prendere qualche scorciatoia. Nessuno ha più tempo per approfondire la conoscenza di sé stesso, seguendo gli antichi precetti della filosofia greca, tantomeno per indagare i propri limiti. Meglio sotterrare queste nostre fastidiose imperfezioni con qualche selfie in un locale o località alla moda.
Ma la verità è che non possiamo sotterrare le nostre ombre. Esse rimangono lì, anzi si ingigantiscono quando inizia a far buio (quando la vita si complica). L’unico modo per affrontarle è proiettandoci una luce. Così facendo le ombre svaniscono e lasciano spazio a quei tratti della nostra personalità di cui ignoravamo l’esistenza. Per questo motivo i limiti sono così importanti: solo quando decidiamo di indagarli ed affrontarli possiamo scoprire la nostra reale essenza.
“Solo dopo aver accettato i nostri limiti siamo in grado di superarli.”
Brendan Francis.
Sì André, ma come? Io non sono mica un filosofo greco! E certamente non ho tutto il suo tempo per grattarmi la uallera e fare ‘ste indagini sul mio io profondo, i miei limiti e minchiate varie!
Un semplice modo per conoscere te stesso (ed i tuoi limiti)
Sono ormai diversi anni che tengo quotidianamente un diario personale. Ti ho già scritto in passato quali sono i molteplici benefici di questa abitudine e non intendo soffermarmici in questo post. C’è però una sezione del mio diario di cui non ti ho ancora parlato e che si è dimostrata per me particolarmente utile: la Black List.
Questa “Lista Nera” non è altro che un elenco delle difficoltà, dei limiti e degli errori che hanno caratterizzato le mie giornate negli ultimi 7 anni. Posso assicurarti che si tratta di una lista mooolto lunga. Eppure popolarla ogni giorno è stato per me di grande aiuto. Le motivazioni sono diverse:
- Ho liberato la mente. In numerosi post ti ho suggerito di focalizzarti sugli aspetti positivi della tua vita e non su quelli negativi. Tenere addirittura una “lista nera” potrebbe apparire contraddittorio. La verità è che il nostro cervello ci fa spesso rivivere gli episodi negativi che hanno contraddistinto le nostre giornate. Ci ritroviamo così a ripensare a quella discussione, a quell’errore che abbiamo commesso, a quella situazione imbarazzante. Mettere per iscritto questi episodi li fa uscire dalla nostra testa e ci consente di rielaborarli. Ricordi il modello ERE? La Black List ti aiuta a distinguere chiaramente eventi, reazioni ed emozioni.
- Ho individuato errori ricorrenti. Quando per intere settimane ti ritrovi a scrivere, ogni giorno, che stai rimandando quell’importante impegno, ad un certo punto ti viene il sospetto di avere un leggero problema di procrastinazione. E’ stato proprio grazie alla mia Black List che ho preso di petto la rimandite, studiando e sviluppando le migliori strategie che oggi puoi trovare in Start! La guida anti-procrastinazione.
- Ho rafforzato la mia autostima. Per l’intero post ho cercato di convincerti che indagare i tuoi limiti può aiutarti a riconquistare la fiducia in te stesso e per farlo ho messo di mezzo antiche frasi delfiche, film hollywoodiani e strane metafore sulle ombre. Alla fine della fiera, dal mio punto di vista, gnōthi seautón non significa altro che osservare da vicino i propri limiti, accettare la sfida che essi ci lanciano e vincerla con tutta la determinazione che abbiamo in corpo. E questo è l’elisir per l’autostima più potente che io conosca.
“Se non conosci né il nemico, né te stesso, ogni battaglia significherà per te sconfitta certa. Se non conosci il nemico ma conosci te stesso, le tue possibilità di vittoria saranno pari a quelle di sconfitta. Se conosci il nemico e conosci te stesso, nemmeno in cento battaglie ti troverai in pericolo.”
Sun Tzu.
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