Creare in se stessi il fuoco della consapevolezza

Creare in se stessi il fuoco della consapevolezza

Fuoco della consapevolezzahttps://www.spazioazzurro.net/wp-content/uploads/2022/01/fuoco-consapevo... 300w, https://www.spazioazzurro.net/wp-content/uploads/2022/01/fuoco-consapevo... 768w, https://www.spazioazzurro.net/wp-content/uploads/2022/01/fuoco-consapevo... 525w, https://www.spazioazzurro.net/wp-content/uploads/2022/01/fuoco-consapevo... 1280w" data-lazy-sizes="(max-width: 980px) 100vw, 980px" data-lazy-src="https://www.spazioazzurro.net/wp-content/uploads/2022/01/fuoco-consapevolezza-1024x576.jpg" data-ll-status="loaded" />
 
 

Per la scienza, i problemi sono molti, infiniti. Ma per la spiritualità c’è un solo problema, e quel problema è l’uomo stesso. Non è che l’uomo abbia problemi, ma è l’uomo il problema. E perché è l’uomo il problema?

Gli animali non sono problemi. Sono così inconsapevoli. beatamente inconsapevoli, ignoranti, che non c’è possibilità che ci sia in loro consapevolezza dei problemi. I problemi ci sono, ma gli animali non ne sono consapevoli. Non ci sono problemi per gli dei perché sono totalmente coscienti. Quando la mente è una coscienza totale, i problemi semplicemente scompaiono come l’oscurità. Ma per l’uomo c’è angoscia. L’essere stesso dell’uomo, l’esistenza stessa dell’uomo, è un problema, perché l’uomo esiste tra questi due regni: il regno degli animali e il regno degli dei.

L’uomo esiste come ponte tra due infiniti: l’infinito dell’ignoranza e l’infinito della conoscenza. L’uomo non è né animale né divino. Oppure, l’uomo è entrambi: animale e divino; quello è il problema. L’uomo è un’esistenza sospesa — qualcosa di incompleto, qualcosa che deve ancora essere — un divenire, non un essere.

La condizione dell’uomo

Gli animali sono esseri. L’uomo è un divenire, è un processo. E questo processo è incompleto. Ha lasciato il mondo dell’ignoranza e non ha raggiunto il mondo della conoscenza. L’uomo sta nel mezzo. Questo crea il problema, la tensione, l’angoscia e il conflitto costanti.

Ci sono solo due modi per stare in pace, per essere senza problemi: uno è ripiegare, regredire, ricadere nel mondo degli animali; l’altro è trascendere, andare avanti ed essere parte dell’Essere Divino. Essere o animali o dei: queste sono le due alternative.

Ripiegare è facile, ma sarà una cosa temporanea, perché una volta che sei cresciuto non puoi ricadere indietro in modo permanente. Puoi regredire per un momento, ma poi vieni di nuovo lanciato in avanti, perché non c’è davvero modo di tornare indietro. Non c’è davvero alcuna possibilità di ricadere. Non puoi essere di nuovo un bambino se sei diventato un giovane adulto, e non puoi diventare di nuovo giovane se sei diventato vecchio. Se sai qualcosa, allora non puoi tornare allo stato in cui eri ignorante. Non puoi tornare indietro. Ma per un attimo puoi dimenticare il presente e rivivere il passato nella tua memoria, nella tua mente.

Così l’uomo può regredire al livello animale. È felice, ma temporaneamente. Questo è il motivo per cui gli allucinogeni, le droghe, l’alcol hanno un tale fascino. Quando diventi incosciente a causa di una sostanza chimica, sei caduto indietro per un momento. Per un momento non sei un uomo, non sei un problema. Fai di nuovo parte del mondo degli animali, dell’esistenza inconscia. Allora non sei un uomo; ecco perchè non ci sono problemi.

Una pace temporanea

L’umanità ha costantemente trovato espedienti per dimenticare, per regredire, per essere semplicemente infantile, per riconquistare l’innocenza animale, per essere senza problemi: cioè essere senza umanità, perché per me umanità significa essere un problema. Questo ripiegamento, questa regressione, è possibile, ma solo temporaneamente. Tornerai di nuovo, sarai di nuovo un uomo e gli stessi problemi saranno lì in piedi ad aspettarti. Piuttosto, saranno più acuti. La tua assenza non li dissolverà. Diventeranno più complicati e complessi. Quindi si crea un circolo vizioso.

Quando torni ad essere cosciente, devi affrontare problemi che sono diventati più complicati a causa della tua assenza. Sono cresciuti. Allora devi dimenticare te stesso ancora e ancora, e ogni volta che dimentichi e regredisci, i tuoi problemi crescono: dovrai affrontare la tua umanità ancora e ancora. Non puoi scappare per sempre. Ci si può ingannare, ma non si può sfuggire all’infinito.

L’altra alternativa è ardua: cioè crescere per diventare pura coscienza. Quando dico “regredire”, intendo diventare inconscio, perdere la piccola coscienza che abbiamo. Quando dico “diventare pura coscienza”, intendo perdere l’incoscienza ed essere totalmente cosciente.

L’ignoranza beata

Così come siamo, solo una parte è cosciente – solo un piccolissimo frammento dell’Essere è cosciente, e l’intero continente che rimane è semplicemente oscuro. Una piccola isola è cosciente, mentre l’intero continente, la terraferma, è nell’oscurità. Quando anche questa piccola isola diventa buia, sei regredito, sei ricaduto. Questa ignoranza è beata perché ora non sei consapevole dei problemi. I problemi ci sono ma tu non ne sei a conoscenza. Quindi almeno per te sembra che non ci siano problemi. Questo è il metodo dello struzzo: chiudi gli occhi, e il tuo nemico sembra scomparire – questa logica infantile, giovanile dice che quando non puoi vedere qualcosa – non è: se non vedi qualcosa non è. Quindi se non riesci a sentire i problemi, è come se non ci fossero!

Quando dico “diventare pura Coscienza”, trascendere l’umanità, diventare Divino, intendo essere totalmente cosciente – essere non solo un’isola, ma l’intero continente. Questa consapevolezza ti condurrà anche oltre i problemi perché i problemi esistono fondamentalmente a causa tua. I problemi non sono realtà oggettive: sono fenomeni soggettivi. Tu crei i tuoi problemi! E a meno che non ti trasformi, continuerai a creare problemi. Ne risolvi uno e, davvero, risolvendolo, ne creerai molti perché rimani lo stesso. I problemi non sono cose oggettive. Sono parte di te. Poiché tu sei tale, crei tali problemi.

La scienza cerca di risolvere i problemi oggettivamente, e la scienza pensa che se non ci sono problemi l’uomo sarà a suo agio. I problemi possono essere risolti oggettivamente, ma l’uomo non sarà a suo agio, perché l’uomo stesso è il problema. Se ne risolve qualcuno, ne creerà altri. È il loro creatore. Se dai una società migliore, i problemi cambieranno, ma non scompariranno. Se dai una salute migliore, una medicina migliore, i problemi cambieranno, ma non scompariranno.

Quantitativamente, ci saranno sempre un tot di problemi perché l’uomo rimane lo stesso; cambia solo la situazione. Tu cambi la situazione: i vecchi problemi non ci saranno più, ma ci saranno nuovi problemi. E i nuovi problemi sono più ostici di qualsiasi vecchio problema perché ti sei abituato ai vecchi problemi. Con i nuovi problemi ti senti più a disagio. Ecco perché, ai nostri tempi, abbiamo cambiato tutta la nostra situazione, ma i problemi ci sono, più fatali, più ansiogeni.

Spiritualità e scienza

Questa è la differenza tra spiritualità e scienza. La scienza pensa che i problemi siano oggettivi, dall’esterno da qualche parte, che possono essere cambiati senza cambiare te. La spiritualità sa che i problemi siano qui dentro, in me, anzi, che io sono il problema. Se non cambio, niente sarà diverso. Le forme saranno diverse, i nomi saranno diversi, ma la sostanza rimarrà la stessa. Creerò un altro mondo di problemi; continuerò a proiettare nuovi problemi.

Quest’uomo, inconsapevole del proprio essere, inconsapevole di se stesso, è creatore di problemi. Non sapendo chi è, cosa è, senza alcuna conoscenza di sé, continua a creare problemi — perché se non conosci te stesso non puoi sapere per quale motivo esisti e vivi, non puoi sapere dove devi muoverti, non puoi sentire qual è il tuo destino, e non puoi mai sentire alcun significato. Continuerai a fare molte cose, ma alla fine tutto ti porterà alla frustrazione, perché se fai qualcosa senza sapere perché esisti, perchè sei quello che sei, nulla ti darà un appagamento completo. Tutto diventa irrilevante. Il vero punto è mancato, il tuo sforzo è sprecato. E, alla fine, tutti sono frustrati. Chi ha successo è più frustrato di chi non ha successo, perché chi non ha successo può ancora sperare. Ma chi ha successo non può nemmeno sperare. Il suo caso diventa senza speranza. Quindi dico che niente fallisce come il successo.

La spiritualità pensa in termini di soggettività, la scienza in termini di oggettività: “Cambia la situazione; non toccare l’uomo”. La spiritualità dice: “Cambia l’uomo; la situazione è irrilevante». Qualunque sia la situazione, una mente diversa, un essere trasformato, sarà al di là dei problemi. Ecco perché un Buddha può vivere in assoluta pace come un mendicante, e un Mida non può vivere in pace neanche quando ha con sé il miracolo alchemico: tutto ciò che tocca diventa oro. La situazione con Mida è diventata d’oro; tutto ciò che tocca diventa oro. Ma questo non cambia nulla. Piuttosto, Mida si trova in una situazione problematica ancora più complicata.

Cambiare l’interno dell’uomo

Ora il nostro mondo ha creato, attraverso la scienza, una situazione di Mida. Ora possiamo toccare qualsiasi cosa e diventa oro. Un Buddha che vive come un mendicante vive in una pace e un silenzio così profondi che gli imperatori diventano gelosi di lui. Qual’è il segreto? L’enfasi sull’uomo — l’interno dell’uomo — è significativa, non la situazione. Quindi devi cambiare l’interno dell’uomo. E c’è solo un cambiamento: se cresci nella tua consapevolezza, cambi, muti. Se cadi nella tua consapevolezza, di nuovo cambi, muti. Ma se la tua consapevolezza è diminuita, cadi verso gli animali. Se la tua consapevolezza è aumentata, ti sposti verso gli dei.

Questo è l’unico problema per la spiritualità: come aumentare la consapevolezza. Ecco perché le religioni sono sempre state contro la droga. La ragione non è morale o etica: no! E i cosiddetti puritani moralisti hanno dato un colore totalmente sbagliato all’intera faccenda. Per le religioni, non è una questione di moralità che qualcuno si droghi. Non è affatto una questione di moralità perché la moralità inizia solo quando vengo in contatto con qualcun altro. Se prendo alcol e divento incosciente, non è affare di nessun altro. Sto facendo qualcosa con me stesso. L’alcol può diventare una questione morale solo se è coinvolto qualcun altro oltre te stesso, altrimenti non è affatto una questione morale. È qualcosa che fai con te stesso. Per le religioni non è affatto una questione di moralità. Per le religioni è una questione più profonda: si tratta di aumentare o diminuire la consapevolezza.

Una volta che avrai preso l’abitudine di cadere nell’incoscienza, sarà sempre più difficile aumentare la tua consapevolezza. Diventerà sempre più difficile perché il tuo corpo non ti supporterà nell’aumentare la consapevolezza. Ti aiuterà a ridurla. Lo stesso metabolismo del tuo corpo ti aiuterà a essere incosciente. Non ti aiuterà a essere cosciente. E tutto ciò che diventa una barriera nell’essere più consapevoli è un problema religioso, spirituale non un problema morale.

Quindi a volte capita che un alcolizzato possa essere una persona più morale di un non alcolista, ma mai una persona più spirituale. Un alcolizzato può essere più compassionevole di un non alcolista; può essere più amorevole di un non alcolista, può essere più onesto, ma mai più spirituale. E quando dico “mai più spirituale”, intendo mai una persona più consapevole. Questa crescita nella consapevolezza crea angoscia.

La vera storia di Adamo ed Eva

Sarà bene capire la vecchia storia biblica di Adamo ed Eva. Furono espulsi dal Paradiso; furono espulsi dal Giardino dell’Eden. È una storia psicologica molto profonda. Dio ha permesso loro di mangiare tutto ciò che desideravano, tranne un frutto. Un albero non doveva essere affatto toccato, e quell’albero era l’Albero della Conoscenza. Questo è strano, Dio vieta ai suoi figli di mangiare il frutto dell’Albero della Conoscenza! Questo sembra molto contraddittorio. Che tipo di Dio è questo? E che tipo di padre è contrario a che i suoi figli diventino saggi e sapienti? Questa storia ha turbato molte menti. Perché Dio dovrebbe proibire la conoscenza? Apprezziamo molto la conoscenza, ma era proibita.

Adamo ed Eva esistevano in un mondo animale. Erano beati, ma erano ignoranti. I bambini sono beati, ma sono anche ignoranti. E i bambini, se devono crescere, devono crescere nella conoscenza. Non c’è altro modo di crescere. E se sei ignorante puoi essere beato, ma non puoi essere consapevole della tua beatitudine.

Questo deve essere compreso: puoi essere beato quando sei ignorante, ma non puoi sentire la tua beatitudine, non puoi essere consapevole della tua beatitudine. Nel momento in cui inizi a sentire la tua beatitudine, sei fuori dall’ignoranza. La conoscenza è entrata; sei diventato uno che sa. Quindi Adamo ed Eva esistevano proprio come animali, assolutamente ignoranti e beati. Ma ricorda, questa beatitudine non era un fatto noto a loro. Erano semplicemente felici senza saperlo.

La storia dice che il diavolo tentò Eva a mangiare il frutto, e il motivo per cui il diavolo poteva tentare Eva era questo: le disse: “Se mangi questo frutto, diventerai come degli dei”. Questo è molto significativo. A meno che non mangi questo frutto della Conoscenza, il frutto dell’Albero della Conoscenza, non potrai mai essere come gli dei; rimarrete animali. Ed è per questo che Dio aveva proibito, proibito loro, di toccare questo albero. Ma erano tentati!

Diavolo e Divino

Questa parola “diavolo” è molto bella, e particolarmente per le tradizioni orientali. Ha un significato diverso rispetto ai cristiani perché “diavolo” deriva dalla stessa parola, dalla stessa radice, da cui deriva “deva”  – dio. “Diavolo” e “divino” provengono entrambi dalla stessa radice. Quindi sembra che la storia cristiana sia un travisamento, in qualche modo incompleto. Una cosa è nota: il Diavolo stesso era un dio ribelle, un angelo ribelle che si ribellò a Dio. Ma lui stesso era un dio.

Perché dico questo? Perché per me non ci sono due forze nel mondo: Dio e il Diavolo; quella dicotomia è falsa. C’è solo una forza! E la dicotomia non è di due nemici, ma di due polarità di un’unica forza: Dio e il Diavolo. È una forza che lavora come due polarità, perché a meno che una forza non lavori in due polarità non può funzionare.

Quindi per me questa storia biblica assume un nuovo significato. Dio ha proibito perché puoi tentare solo se proibisci. Se l’Albero della Conoscenza non fosse stato affatto menzionato,  Adamo non avrebbe mai pensato o immaginato di mangiare da questo particolare albero. Il Giardino dell’Eden era grande, c’erano infiniti alberi. Non conosciamo nemmeno il nome di nessun altro albero.

Questo albero è diventato importante perché è diventato proibito. Questo divieto divenne un invito; questa negazione divenne la tentazione. Non è proprio il diavolo che ha tentato. In primo luogo, Dio stesso ha tentato. Questa era la tentazione: “Non avvicinarti all’Albero della Conoscenza; non mangiarne il frutto. È vietato un solo albero; altrimenti sei libero.” Improvvisamente questo albero diventa il più importante del Giardino.

E per me “diavolo” è solo un altro nome per il Divino – l’altra polarità, e il Diavolo tentò Eva perché allora potesse essere “come gli dei”: questa era la promessa. E chi non vorrebbe essere come gli dei? A chi non piacerebbe?

Una parte del processo

Adamo ed Eva furono tentati e poi furono espulsi dal Paradiso. Ma questa espulsione fa parte del processo. In realtà, questo paradiso era un’esistenza animale: beata, ma ignorante. A causa di questo mangiare del frutto dell’Albero della Conoscenza, Adamo ed Eva divennero esseri umani. Prima di allora non erano affatto esseri umani. “Sono diventati esseri umani”: quando dico questo, intendo dire che sono diventati problemi.

Nella tradizione gnostica si dice che le prime parole che Adamo ha affermato appena uscendo dal cancello del Giardino sono state queste: “Viviamo in un’epoca molto rivoluzionaria”. Era un periodo rivoluzionario. La mente umana non conoscerà mai più una tale rivoluzione come questa espulsione dal mondo animale, questa espulsione da un’esistenza beata e ignorante. I tempi erano davvero rivoluzionari. Altre rivoluzioni sono semplicemente niente in confronto. La più grande rivoluzione è stata quella: l’espulsione dal mondo dell’ignoranza, della beatitudine inconsapevole.

Ma perché sono stati espulsi? Nel momento in cui sai, nel momento in cui diventi consapevole, non puoi vivere nella beatitudine. Sorgeranno problemi. E anche se sei nella beatitudine, ti verrà in mente questo problema: “Perché sono nella beatitudine? Come mai?” E non puoi provare beatitudine se non provi angoscia, perché ogni sentimento è possibile solo con il suo opposto polare. Puoi provare felicità solo se inizi a provare infelicità; puoi iniziare a sentire un sano benessere solo quando inizi a sentire la malattia; non puoi essere consapevole della vita se non hai paura della morte.

Con la conoscenza nasce la polarità

Gli animali vivono, ma non sono consapevoli di essere vivi perché non sono consapevoli di alcuna morte. La morte non è un problema per loro, quindi passano attraverso la vita, ma non sono vivi nello stesso senso in cui lo è l’uomo. L’uomo diventa vivo, consapevole di essere vivo, solo a causa della morte. Con la conoscenza nasce la polarità e con la polarità nascono i problemi. Allora ogni momento è un conflitto. Sarai continuamente diviso, in conflitto, in tumulto interiore.

Quindi, davvero, quella è stata una rivoluzione, la rivoluzione, piuttosto: Adamo ed Eva in realtà non furono espulsi, nessuno li ha obbligati ad andarsene. Nessuno ha detto: “Esci!” Erano fuori. Nel momento in cui mangiarono il frutto, non erano più nel Giardino. Questo fu automatico.

Adamo ed Eva hanno tentato più volte di entrare, ma non hanno ancora ritrovato la porta. Girano e girano, ma il cancello è sempre mancato. Non c’è cancello. L’espulsione è totale e definitiva. Non possono rientrare perché la conoscenza è un frutto dolce e amaro, dolce e amaro insieme: dolce perché ti dà forza e amaro perché ti dà problemi; dolce perché per la prima volta diventi un ego, e amaro perché con l’ego ogni malattia sarà tua. È un’arma a doppio taglio.

Adamo fu tentato perché il Diavolo disse: “Diventerai come gli dei. Sarai potente”. La conoscenza è potere, ma se sai, devi conoscere entrambi i lati della medaglia. Puoi sentire più vita, puoi essere più felice, ma diventerai consapevole della morte. Sarai più beato, ma nella stessa proporzione dovrai soffrire angoscia. Questo è il problema, questo è l’uomo: una profonda angoscia, una profonda divisione tra due polarità.

Il momento fugace di felicità

Puoi sentire la vita, ma quando c’è la morte tutto è avvelenato. Quando c’è la morte, in ogni momento tutto è avvelenato. Come puoi essere vivo quando c’è la morte? Come puoi sentirti beato quando c’è sofferenza? E anche se arriva un momento di felicità, è fugace. E quando c’è il momento, anche allora sei consapevole che da qualche parte c’è l’infelicità, la miseria è lì, nascosta. Arriverà presto, prima o poi. Quindi anche un momento di felicità è avvelenato dalla tua consapevolezza che da qualche parte l’infelicità è nascosta, si avvicina. È proprio dietro l’angolo e dovrai incontrarla.

L’uomo diventa cosciente del futuro, cosciente del passato, cosciente della vita, cosciente della morte. Kierkegaard ha chiamato questa coscienza “angoscia”. Puoi ripiegare, ma questa è una misura temporanea. Di nuovo verrai su. Quindi l’unica possibilità è crescere, crescere nella conoscenza fino a un punto da cui puoi saltare fuori, perché il salto è possibile solo dagli estremi. Abbiamo un estremo: ripiegare. Possiamo farlo, ma è impossibile perché non possiamo rimanerci. Siamo gettati avanti ancora e ancora. L’altra possibilità è che se cresciamo nella consapevolezza, c’è un punto in cui sei totalmente consapevole che trascendi.

Abbiamo “conosciuto”, ora dobbiamo conoscere qualcosa al di là della conoscenza. Siamo usciti dal Giardino a causa della conoscenza e possiamo entrare di nuovo in questo Giardino solo quando gettiamo questa conoscenza. Ma questo lancio è possibile non per regressione – quella porta da cui Adamo fu espulso non la troveremo mai più – possiamo trovare un’altra porta da cui Cristo è stato invitato o Buddha è stato invitato. Possiamo lanciare questa conoscenza, possiamo lanciare questa consapevolezza, ma solo dal punto estremo in cui siamo totalmente consapevoli.

Il ritorno all’Eden

Quando si diventa totalmente consapevoli, quando si getta anche questa sensazione che “io sono consapevole”, quando si diventa proprio come gli animali quando sono felici e beati (non sanno che quando si è totalmente consapevoli si diventa un dio), se quella consapevolezza è totale, allora sei semplicemente consapevole senza sapere di essere consapevole. Questa semplice consapevolezza darà inizio all’ingresso — sarà l’ingresso. Sarai di nuovo nel Giardino, non come animali ora, ma come dei. E questo è un processo inevitabile. Questa espulsione di Adamo e l’ingresso di un Gesù è un processo inevitabile. Bisogna essere cacciati dalla propria ignoranza: questo è il primo passo. E poi bisogna essere cacciati dalla propria conoscenza: questo è il secondo passo.

Creare il fuoco della consapevolezza in se stessi!

Innanzitutto bisogna capire cosa si intende per consapevolezza. Tu stai camminando; sei a conoscenza di tante cose: dei negozi, delle persone che ti passano accanto, del traffico, di tutto. Sei consapevole di molte cose, inconsapevole solo di una cosa: te stesso. Cammini per strada: sei consapevole di molte cose; solo non sei consapevole di te stesso! Questa consapevolezza del sé  Gurdjieff l’ha chiamata “ricordo di sé”. Gurdjieff dice: “Costantemente, ovunque tu sia, ricordati di te stesso”.

Ad esempio, tu sei qui. Mi stai ascoltando, ma non sei consapevole dell’ascoltatore. Potresti essere consapevole dell’oratore, ma non sei consapevole dell’ascoltatore. Sii consapevole dell’ascoltatore. Sentiti qui; tu sei qui. Per un momento viene un barlume, e di nuovo dimentichi. Prova!

Qualunque cosa tu stia facendo, sii consapevole di te stesso che la fai. Stai mangiando: sii consapevole di te stesso. Stai camminando: sii consapevole di te stesso. Stai ascoltando, stai parlando: sii consapevole di te stesso. Quando sei arrabbiato, sii consapevole di essere arrabbiato. Nel momento stesso in cui c’è rabbia, sii consapevole di essere arrabbiato. Questo costante ricordo del sé crea un’energia sottile, un’energia molto sottile in te. Inizi a diventare un essere cristallizzato.

Normalmente, sei solo una borsa sciolta. Nessuna cristallizzazione, nessun centro in realtà – solo una liquidità, solo una combinazione sciolta di molte cose senza alcun centro – una folla, in continuo cambiamento, senza padrone all’interno. Per consapevolezza si intende essere un maestro! E quando dico “Sii un maestro”, non intendo essere un controllore. Quando dico “Sii un maestro”, intendo essere una presenza, una presenza continua. Qualunque cosa tu stia facendo o non facendo, una cosa deve essere costantemente nella tua coscienza: che tu lo sei.

Un centro di quiete

Questa semplice sensazione di se stessi, che si è, crea un centro – un centro di quiete, un centro di silenzio, un centro di maestria interiore – un potere interiore. E quando dico “un potere interiore”, lo intendo letteralmente. Ecco perché questo titolo: “il fuoco della consapevolezza”. È un fuoco. Se inizi a essere consapevole, inizi a sentire una nuova energia in te: un nuovo fuoco, una nuova vita. E a causa di questa nuova vita, nuovo potere, nuova energia, molte cose che ti stavano dominando si dissolvono spontaneamente. Non devi più combattere con loro.

Devi combattere con la tua rabbia, la tua avidità, la tua gelosia, perché sei debole. Quindi, davvero, l’avidità, la rabbia e il sesso non sono i problemi. La debolezza è il problema. Una volta che inizi ad essere più forte dentro, con una sensazione di presenza interiore, le tue energie si concentrano, si cristallizzano su un singolo punto e nasce un Sé. Ricorda, non nasce un ego ma un Sé. L’ego è un falso senso del Sé. Senza avere alcun Sé continui a credere di avere un Sé. Questo è l’ego. Ego significa un falso sé. Non sei un Sé, eppure credi di essere un Sé.

L’ego è una falsa nozione di qualcosa che non c’è affatto. “Sé” significa un centro che può promettere. Questo centro è creato dall’essere continuamente consapevoli, costantemente consapevoli. Sii consapevole che stai facendo qualcosa – che sei seduto, che ora stai per dormire, che ora il sonno sta venendo a te, che stai cadendo. Cerca di essere cosciente in ogni momento, e poi inizierai a sentire che un centro è nato dentro di te, le cose hanno iniziato a cristallizzarsi, un centraggio è lì. Tutto ora è legato a un centro.

Quando si è senza centro

Siamo senza centri. A volte ci sentiamo centrati, ma quelli sono momenti in cui una situazione ti rende consapevole. Se improvvisamente c’è una situazione, una situazione molto pericolosa, inizierai a sentire un centro in te perché nel pericolo diventi consapevole. Se qualcuno sta per ucciderti, non puoi pensare in quel momento, non puoi essere incosciente in quel momento. Tutta la tua energia è centrata e quel momento diventa solido. Non puoi spostarti nel passato, non puoi spostarti nel futuro. Questo stesso momento diventa tutto. E poi non sei solo consapevole dell’assassino: diventi consapevole di te stesso, colui che viene ucciso.

In quel sottile momento inizi a sentire un centro in te stesso. Ecco perché i giochi pericolosi hanno il loro fascino. Chiedi a qualcuno che va in cima al monte Everest. Quando per la prima volta Hillary è stato lì, deve aver sentito un improvviso centro. E quando per la prima volta qualcuno è stato sulla luna, deve essere arrivata un’improvvisa sensazione di un centro. Ecco perché il pericolo ha fascino. Stai guidando una macchina e vai a velocità sempre maggiore, e poi la velocità diventa pericolosa. Allora non puoi pensare; i pensieri cessano. Allora non puoi sognare. Allora non puoi immaginare. Allora il presente diventa solido. In quel momento pericoloso, quando ogni morte istantanea è possibile, sei improvvisamente consapevole di un centro in te stesso. Il pericolo ha fascino solo perché nel pericolo a volte ti senti centrato.

L’intera vita diventa energia

Qualunque cosa tu faccia, se riesci a ricordare te stesso, sei più vicino al centro. Poi un giorno, improvvisamente sei centrato. Allora hai energia. Quell’energia è il fuoco. L’intera vita, l’intera esistenza, è energia, è fuoco. Il fuoco è il vecchio nome; ora la chiamano elettricità. L’uomo lo ha etichettato con molti, molti nomi, ma il fuoco è buono. L’elettricità sembra un po’ morta; il fuoco sembra più vivo.

Si dice che ovunque Mahavira si muovesse, tutti sentivano la sua presenza come un sottile profumo. Questo è stato detto di molte persone. È possibile! Più sei centrato dentro, più tutta la tua presenza diventa un profumo. E quelli che hanno la ricettività, la sentiranno. Entra dunque in un tempio, non con incenso esteriore, ma con incenso interiore. E questo incenso interiore può essere raggiunto solo attraverso la consapevolezza. Non c’è altro modo.

Agire consapevolmente. È un viaggio lungo e arduo ed è difficile esserne consapevoli anche per un solo momento. La mente è costantemente tremolante. Ma non è impossibile. È arduo, è difficile, ma non è impossibile. È possibile! Per tutti è possibile. È necessario solo uno sforzo e uno sforzo con tutto il cuore. Nulla deve essere lasciato: nulla deve essere lasciato intatto all’interno. Tutto dovrebbe essere sacrificato per la consapevolezza. Solo allora si scopre la fiamma interiore. È qui. Se si va a scoprire l’unità essenziale tra tutte le religioni che sono esistite o che potrebbero esistere, allora si può trovare questa sola parola “consapevolezza”.

Raggiungere il fuoco interiore

La consapevolezza è la tecnica per centrarsi, per raggiungere il fuoco interiore. È lì nascosto; può essere scoperto. E una volta scoperto, solo allora saremo in grado di entrare nel tempio, non prima, mai prima.

Ma possiamo ingannarci con i simboli. I simboli devono mostrarci realtà più profonde, ma possiamo usarli come inganni. Possiamo bruciare un incenso esteriore, possiamo adorare con le cose esteriori, e poi ci sentiamo a nostro agio per aver fatto qualcosa. Possiamo sentirci spirituali senza diventare affatto spirituali. Questo è ciò che sta accadendo; questo è ciò che la terra è diventata. Tutti pensano di essere spirituali solo perché seguono simboli esteriori. senza fuoco interiore.

Sforzati anche se sei un fallito. Lo sarai all’inizio. Fallirai ancora e ancora, ma anche il tuo fallimento ti aiuterà. Quando non riesci a essere consapevole per un solo momento, senti per la prima volta quanto sei inconscio.

Cammina per strada e non puoi fare qualche passo senza perdere conoscenza. Ancora e ancora ti dimentichi. Inizi a leggere un cartello e ti dimentichi di te stesso. Qualcuno passa, lo guardi, poi ti dimentichi.

I tuoi fallimenti saranno utili. Possono mostrarti quanto sei incosciente. E anche se puoi diventare consapevole di essere inconscio, hai acquisito una certa consapevolezza.

Se un pazzo si rende conto di essere pazzo, è sulla via della sanità mentale.

 

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