Traumi e ferite dell’anima sono spesso difficili da rimarginare. Spesso il dolore sembra troppo forte, la ferita si riapre e brucia: talvolta sembra non guarire mai. È possibile imparare a curare queste ferite e spesso, attraverso il percorso di cura, cicatrizzarle e guarirle. Talvolta, poi, tali piaghe possono tramutarsi in spirali virtuose: da lesioni da condannare a gioielli da custodire. In questo articolo del mio blog di psicologia ho scelto di raccontarti quello che io chiamo l’effetto perla, ovvero come è possibile tramutare il dolore in una preziosa rarità!
Come posso rendere utile tutto ciò che leggerò?
Ti piacerebbe rendere la lettura di questo articolo davvero utile? Ti consiglio allora di leggere anche “Come trasformare i contenuti che ti interessano in benessere pratico.”
Vivere l’abisso del dolore: quando la ferita diventa tutto il nostro mondo
Nel corso della vita può accadere che, per colpa o per destino, un evento particolarmente traumatico si scontri con la nostra esperienza. Nel tempo che segue, il nostro mondo cambia o sembra modificarsi radicalmente: tutte le nostre prospettive sul futuro cambiano, le nostre speranze vacillano, le nostre convinzioni tremano. Siamo in balia della burrasca, ci sentiamo affondare in un oceano di dolore difficile da sopportare.
Accade qualcosa di simile anche all’ostrica, un mollusco che vive nelle profondità marine. Può capitare, difatti, che un granello di sabbia o un parassita entri (accidentalmente o meno) all’interno della sua conchiglia. Lì, il corpo esterno entra a contatto con la parte più delicata dell’animale – un cuore fragile che va conservato. Così, anche per noi, la ferita ci lacera nei punti più intimi: in quei luoghi nascosti dell’anima che pensavamo essere inaccessibili a tutti o per lo meno incrollabili.
Dalla ferita alla rivoluzione dell’anima: come dal dolore nasce una perla!
Dalle ostriche nascono le perle. Le perle non s’estraggono dalla terra come tutte le altre pietre preziose: esse vengono al mondo attraverso un processo di affascinante riscatto! La perla, difatti, è frutto di quella ferita inferta dal corpo estraneo. L’ostrica non si abbandona al dolore, prende in mano la sua vita e trasforma la sofferenza in tesoro. Dà un nuovo significato al limite.
Riuscire a dare nuovi significati alla propria storia! Questa formula è un prezioso alleato: spesso il male nasce dal senso che attribuiamo all’evento; i nostri gesti, le possibilità che ci diamo e le azioni che scegliamo di evitare sono ricollegate spesso all’idea con cui abbiamo classificato l‘esperienza vissuta. A volte ci chiudiamo nel nostro dolore, in segreto ci lasciamo sopraffare dalla tristezza e dalla disperazione. Questo muro non è la risposta al problema, ma può diventare la causa di un’infezione più grande!
L’ostrica invece rilegge la situazione. Alla ferita dei tessuti risponde secernendo un liquido cristallino per ricoprire poco a poco l’oggetto estraneo. Questa sostanza viene chiamata madreperla. Così, con impegno, strato dopo strato, l’ostrica genera un gioiello: trasforma il problema in una preziosa risorsa!
La perla: un tesoro di significati, nato dall’impegno nel tempo
Il processo con cui l’ostrica dà origine ad una perla varia solitamente dai 2 ai 6 anni circa. La vestizione del dolore è un impegno che richiede tempo e dedizione; ciò nonostante i risultati sono splendidi. La storia di questo piccolo essere marino ci insegna che le ferite spesso sono inevitabili, come i granelli di sabbia nell’oceano. Tante volte possono capitare momenti difficili, così, tutto d’un tratto. Nessuno è esente dal male e forse, tutto sommato, la storia dell’ostrica ci ricorda che spesso l’importante non è evitare ad ogni costo la sofferenza, ma riuscire a tramutare le emozioni che ne seguono in una collana o un gioiello da indossare con eleganza e serenità.
Non sempre è facile, non sempre il cammino è lieve. Evitarne il pensiero, sottovalutare il disturbo non è la soluzione. È invece importante ricordare che esistono professionisti della salute mentale, psicologi/psicoterapeuti/psichiatri, che possono supportare questo percorso di cura – sostenendo la persona nel suo cammino verso la propria rivoluzione dell’anima!
A presto,
Giuseppe Marino