Il tema del doppio attraverso la teoresi psicoanalitica: Carl Gustav Jung e l’Ombra

Il tema del doppio attraverso la teoresi psicoanalitica: Carl Gustav Jung e l’Ombra

Secondo Jung, la personalità umana è caratterizzata da una parte di Luce e una di Ombra, che corrispondono al bene e al male e che andrebbero integrate.

ID Articolo: 142650 - Pubblicato il: 25 gennaio 2017
Il tema del doppio attraverso la teoresi psicoanalitica: Carl Gustav Jung e l’Ombra
 

Secondo Jung l’Ombra è vicina all’uomo e ne cela l’inaccettabile; l’Ombra, la figura proiettata sulla parete, che insegue l’individuo anche quando si allontana, è uguale nella forma ma opposta nei movimenti e direzione. L’Ombra è qualcosa che esiste solo in presenza della luce, poiché un corpo immerso nel buio non ha parti oscure, non ha Ombra. Luce e Ombra sono quindi considerati come metafore del Bene e del Male, Positivo e Negativo.

 

L'”Ombra” nella psicoanalisi di Jung: la faccia oscura di sè inaccettabile

La psiche umana è “una totalità conscia e inconscia allo stesso tempo”. La coscienza individuale (che è il prolungamento di quella collettiva) è indissolubilmente legata e stabilisce un rapporto di reciproca interazione con l’Io; quest’ultimo ha un posto di estremo rilievo nella totalità della psiche e assume la funzione fondamentale di rapportarsi col mondo interiore e con quello esterno.

Jung, nelle sue teorizzazioni, non parla quindi di Doppio, ma introduce nella psicologia analitica il concetto di “Ombra“, che classifica anche come archetipo.

L’Ombra è vicina all’uomo e ne cela l’inaccettabile; l’Ombra, la figura proiettata sulla parete, che insegue l’individuo anche quando si allontana, è uguale nella forma ma opposta nei movimenti e direzione. L’Ombra è qualcosa che esiste solo in presenza della luce, poiché un corpo immerso nel buio non ha parti oscure, non ha Ombra. Luce e Ombra sono quindi considerati come metafore del Bene e del Male, Positivo e Negativo. Gli aspetti della natura istintiva dell’uomo che, per incompatibilità con la forma di vita scelta coscientemente, non vengono vissute e si uniscono a formare nell’inconscio una personalità parziale relativamente autonoma.

Soprattutto attraverso i sogni, il soggetto viene messo in contatto con questi aspetti della propria personalità che, per varie ragioni, egli tende a ignorare o a disconoscere. L’uomo civile tende a dimenticare la sua faccia oscura, convinto che essa appartenga ad uno stadio infantile, passato. Ma nonostante la sua dimensione sociale, civile, secondo Jung nel nostro intimo siamo tutti dei primitivi. C’è una parte nell’uomo che non gli permette realmente di rinunciare alle sue origini e un’altra che, invece, gli conferisce la sensazione di aver superato da tempo una simile fase. Quest’altra parte è la coscienza che, formatasi e distaccata da quello stato primitivo, selvaggio, incosciente, rende quest’ultimo oggetto, altro da sé, degno di critica e disprezzo.

 

La proiezione dell’Ombra sugli altri o la sua scissione dalla Luce

Un soggetto è spinto, poi, a scorgere negli altri quegli impulsi, quelle mancanze e quei difetti che in realtà sono suoi (appartengono alla sua Ombra) e che egli nega di possedere. Il riconoscimento dell’Ombra, quindi affrontare il proprio negativo, accettare che il Male può essere presente anche dentro di noi, non proiettarlo solo all’esterno, su altre persone, ma accettare la propria intima natura duale, sembra essere la meta desiderata, il risultato di ogni efficace processo di individuazione.

Dato che essa è però per la gran parte inconscia, sarà necessario ricorrere all’analisi del materiale onirico per portare progressivamente alla luce gli aspetti inferiori e nascosti della personalità. Naturalmente questo processo potrà dare all’inizio esiti negativi o comunque difficili. Spesso può accadere che, durante questa fase di riconoscimento dell’Ombra, l’Io non riconosca questa sua parte oscura.

L’immediata conseguenza è il rifiuto più o meno totale della propria Ombra. In questo caso si verifica una scissione. Incapace di riconoscerla e quindi di integrarla in sé, l’Io allontana la propria Ombra, la condanna a vivere un’esistenza autonoma, senza alcuna relazione con il resto della personalità. Facendo questo, però, l’Io conduce una vita psichica parziale, ridotta solo alla parte in luce della sua psiche. E’ proprio questo il processo che porta alla nascita della maggior parte delle tipologie di Doppio. Pensare di non possedere l’Ombra è semplicemente un’idea infantile e la maggior parte di coloro che la rifiutano sono perfettamente consapevoli di questo. Solo nell’oscurità più completa si può non avere l’Ombra. La luce che mi permette di conoscere completamente la mia psiche, inevitabilmente mi mette di fronte anche alla mia Ombra. Ciò che mi appare oscuro e minaccioso, in realtà non fa solo parte di me ma mi definisce, mi circoscrive, in qualche maniera mi dà forma, mi identifica e mi caratterizza. Per Jung solo l’Ombra occultata e allontanata risulta realmente minacciosa, l’Ombra riconosciuta e accettata, invece, è positiva, stimolante e fonte di nuova energia psichica.

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