L’evoluzione del rapporto tra Maestro e discepolo

L’evoluzione del rapporto tra Maestro e discepolo

Osho, per favore, puoi  parlare dell’evoluzione del rapporto tra Maestro e discepolo?

Esiste rapporto e rapporto, ma nessuno è paragonabile al rapporto che esiste tra Maestro e discepolo. Tutti gli altri rapporti, persino il migliore sono soggetti a condizioni. Ad esempio, un rapporto d’amore pretende sempre qualcosa. Il solo rapporto libero da pretese, da condizioni, da richieste è quello tra Maestro e discepolo.

Di fatto è un fenomeno così raro e unico, che non dovrebbe essere inserito nella categoria degli altri rapporti. Solo la povertà del linguaggio ci porta a parlare di rapporto là dove non esiste affatto un rapporto. E’ una fusione, è un incontro senza alcuna ragione. Il discepolo non chiede nulla e il maestro non promette nulla; tuttavia nel discepolo esiste una sete e nel Maestro esiste una promessa.

 

E’ un’intimità nella quale nessuno è superiore e nessuno è inferiore…il discepolo è sempre e comunque femminile, perché il discepolo non è altro che disponibilità, un grembo aperto, pronto a ricevere: è ricettività. E il maestro è sempre maschile, perché il Maestro non è altro che dare, un donarsi, per l’unico e semplice motivo che da lui tutto straripa. Deve dare: è una nube carica di pioggia.

Come il discepolo è alla ricerca, alla ricerca è il Maestro. Il discepolo cerca un luogo in cui potersi aprire senza alcuna paura, senza alcuna resistenza, senza doversi trattenere, un totale abbandono.
E anche il Maestro ricerca un essere umano capace di accogliere il mistero, pronto a lasciarsi fecondare dal mistero, pronto a rinascere.

Esistono molti insegnanti, e ci sono molti allievi. Gli insegnanti hanno acquisito un sapere, e possono essere molto dotti, colti, ma, nel loro cuore regnano le tenebre; la loro istruzione maschera la loro ignoranza. Ed esistono studenti alla ricerca di quelle conoscenze. Maestro e discepolo sono un fenomeno completamente diverso. Il Maestro non dà conoscenze, condivide il proprio essere.

E il discepolo non è alla ricerca di conoscenze, è alla ricerca dell’essere. È, ma non sa chi è. Vuole conoscersi, vuole mettersi a nudo davanti a se stesso. Il Maestro può fare una cosa molto semplice: creare fiducia. Tutto il resto accade. Nel momento in cui il Maestro riesce a creare fiducia, il discepolo abbandona le sue difese, i suoi abiti, ciò che conosce. Di nuovo torna ad essere un bambino: innocente, sveglio, vivo. E’ un nuovo inizio.

Tuo padre e tua madre hanno dato vita al tuo corpo: è una vita che si concluderà con la morte. Anche il Maestro ti dà una nuova nascita, ma è la nascita della consapevolezza, e questa non ha mai fine. Occorre solo un’atmosfera di assoluta fiducia; e in quella fiducia le cose iniziano ad accadere da sole; né il discepolo né il Maestro fanno qualcosa. Il discepolo accoglie ciò che accade. Il Maestro è il veicolo delle forze universali: è simile ad un bambù cavo, che può diventare un flauto. Ma il suono non è del bambù. Al bambù può andare solo il merito di non distruggere quel canto, di lasciarlo fluire. Il Maestro è un medium della consapevolezza universale. Se tu sei disponibile, all’improvviso la consapevolezza universale scuote la consapevolezza assopita, la consapevolezza addormentata che esiste in te. Il Maestro non ha fatto nulla. Tutto accade!

Il Maestro si sposta verso il discepolo. Il discepolo si incammina verso il Maestro.

Prima o poi si incontreranno, è inevitabile.

Non è un incontro fisico, né un incontro mentale. E’ un incontro di anime, come se all’improvviso avessi avvicinato due candele accese: le candele restano separate, ma le loro fiamme si uniscono, e diventano una sola. Quando l’anima è una sola, è difficilissimo dire che tra due corpi esiste un rapporto. Non è vero, ma non esiste altra parola: il linguaggio è molto povero.

Si tratta di unione di essenze.

Amato Maestro, se un discepolo non è d’accordo con alcune delle cose che il Maestro dice, è un discepolo?

Il discepolo è assolutamente libero di essere o non essere d’accordo con ciò che il Maestro dice. Ma ciò che il Maestro non dice, non può creare disaccordo nel discepolo! In quel caso c’è una totale armonia. Ciò che il Maestro dice, non è altro che un gioco di parole privo di importanza. Il Maestro non è un filosofo, non sta affatto insegnando un sistema di pensiero. Non ti chiede di essere o non essere concorde… Puoi non convenire con tutto ciò che dice, ma essere in accordo con il Maestro.

Il problema è essere in armonia con il suo essere. Quando sei in accordo con l’essere del Maestro non ti preoccupi di contestare le sue parole.

(da ‘The Rajaneesh Upanishad’, settembre 1986)

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