La riconoscenza è la memoria del cuore
La riconoscenza è la memoria del cuore
Grazie è una parola molto piccola, dal significato enorme. È molto più di una reazione ad un gesto gentile, è l’atteggiamento di chi accoglie quello che viene dall’esterno, sia dagli altri che dalla vita, e lo apprezza come una cosa positiva. Per alcuni, ringraziare è un po’ umiliarsi, è riconoscere che l’altro ha fatto qualcosa che io non sapevo o potevo fare. Ma la realtà è che ringraziando, non solo riconosco la capacità dell’altro, ne vedo anche la bontà e di conseguenza, la sua somiglianza con Dio. Ringraziare infatti significa esprimere riconoscenza, ovvero riconoscere il bene. Una delle mie frasi preferite è «la riconoscenza è la memoria del cuore», una memoria che ci permette di ricordare i gesti d’amore gratuito vissuti nella vita.
La gratitudine non è possibile finché non siamo capaci di accettare consapevolmente che abbiamo bisogno di altri, che la vita è dare e ricevere, che è necessario sopportare la delusione dei propri limiti fino ad amarli. Alla fine dell’anno, quale che sia stato l’andamento dell’anno, facile o difficile, noi rendiamo grazie a Dio. Il Te deum che cantiamo alla fine dell’anno solare si conclude così «Tu sei la nostra speranza, non saremo confusi in eterno». Questo gesto di gratitudine ci dice che nonostante tutto, c’è del bene nel mondo, quel Bene che è costretto a passare dalla morte, ma che è destinato a vincere nella vita eterna. Proprio come noi.
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