LA VISIONE DI OSHO Il Giudizio
LA VISIONE DI OSHO
Il Giudizio
Come smettere di giudicare le persone?
Non è affatto necessario smettere o lasciar cadere la tendenza a giudicare le persone; devi comprendere perché giudichi e in che modo puoi giudicare.
Puoi giudicare solo il comportamento, perché solo il comportamento è accessibile. Non puoi giudicare la persona, perché la persona è nascosta dietro il suo agire, la persona è un mistero. Puoi giudicare l’azione ma non puoi giudicare l’essere.
E l’azione è irrilevante; un giudizio sull’essere attraverso l’azione non sarà mai corretto. A volte accade che un uomo sorrida; quell’azione è presente sul volto e in profondità dentro di sé potrebbe essere triste. Infatti, potrebbe sorridere perché è triste; non vuole mostrare la sua tristezza a nessuno – perché mai dovrebbe esporre le sue ferite a tutti? Perché farlo? È una cosa imbarazzante… potrebbe sorridere perché in cuor suo sta piangendo.
Dunque, la prima cosa da comprendere è questa: tu puoi osservare solo il comportamento e il comportamento non significa granché. Tutto ciò che è veramente significativo è la persona alle sue spalle; e tu non la conosci. Inevitabilmente i tuoi giudizi saranno sbagliati; e sai che è così: le persone ti giudicano in base alle tue azioni, e tu hai sempre la sensazione che il loro giudizio sia sbagliato. E questo perché tu non ti giudichi in base alle tue azioni, ti giudichi in base al tuo essere.
Dunque, tutti hanno la sensazione che qualsiasi giudizio sia ingiusto. Tu hai questa sensazione: quei giudizi sono ingiusti perché a te il tuo essere è accessibile; e l’essere è un fenomeno così grande, mentre le azioni sono così infinitesimali e piccole, che non lo possono definire: potrebbe essere solo qualcosa di momentaneo.
Hai detto qualcosa a qualcuno che è andato su tutte le furie; ma non giudicare quella persona in base alla sua rabbia, perché potrebbe essere solo un moto passeggero. Potrebbe essere una persona molto amorevole: se la giudicassi in base alla sua collera, la valuteresti erroneamente. E in quel caso il tuo comportamento dipenderà dal tuo giudizio; ragion per cui, ti aspetterai sempre che quella persona sia rabbiosa, e non smetterai mai di pensare che sia un uomo collerico. Eviterai quella persona, lasciandoti sfuggire l’opportunità di conoscerla.
Non giudicare mai nessuno in base a un’azione; ma quella è l’unica cosa che hai a disposizione; dunque, che fare? Non giudicare.
Con il tempo diventa sempre più consapevole della privacy dell’essere. Ogni essere all’interno della propria anima è così privato che non c’è modo di penetrarlo. Perfino quando ami, qualcosa nell’essenza più intima resta privato; quella è la dignità dell’essere umano. Quello è il significato del dire che l’uomo ha un’anima; anima indica ciò che non potrà mai diventare pubblico; qualcosa rimarrà sempre profonda, persa in qualche mistero.
Dall’esterno l’azione è l’unica cosa che possiamo giudicare. Dall’esterno il giudizio sarà sempre sbagliato.
Vedendolo ancora e di nuovo, comprendendolo in continuazione, penetrandolo ogni volta, non sarà necessario lasciar andare i giudizi: cadranno da soli, spontaneamente.
Osserva semplicemente. Ogni volta che giudichi, stai facendo qualcosa di sciocco; quel giudizio non si applica minimamente alla persona, si può riferire solo all’azione. E anche quell’azione è presa fuori contesto, perché non conosci tutta la sua vita. Sarebbe come strappare una pagina di un romanzo, leggerla e giudicare da quella l’intero romanzo. Non è giusto, è fuori contesto; l’intero romanzo potrebbe essere qualcosa di totalmente diverso: potresti aver preso un brano negativo, la parte più brutta.
In ogni caso, tu non conosci mai la vita di qualcuno nella sua totalità; prima che lo incontrassi, un uomo ha vissuto quarant’anni: l’intero contesto di quei quarant’anni è presente. E quell’uomo vivrà altri quarant’anni, dopo che lo saluterai: il contesto di quei quarant’anni sarà presente. Ma tu vedi quell’uomo, ne sperimenti un’unica azione, e lo giudichi; questo non è giusto, è semplicemente stupido. Non avrà alcuna rilevanza, rispetto a quell’uomo in quanto tale.
Il tuo giudizio mostrerà più che altro qualcosa di te, e non qualcosa di quell’uomo. “Non giudicate, per non essere giudicati” è ciò che dice Gesù. Il tuo giudizio rivela qualcosa di te, nulla della persona che hai giudicato; perché la sua storia ti rimarrà inaccessibile, non potrai raggiungere il suo essere. Ogni contesto è perduto, esiste solo il flash di un momento; e la tua interpretazione sarà solo qualcosa di tuo: rivelerà qualcosa di te.
Vedendo tutto questo, il giudizio scompare.”
Sufis: The People of the Path, Vol. 2 – capitolo 10
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