Metafora Sè - Oceano profondo

 

Metafora Sè - Oceano profondo

“L’amore fa paura
La paura dei sentimenti è come quella del mare profondo per chi non sa nuotare. Appena si va oltre la superficie,si fa avanti il terrore di ‘non toccare’ più e di sprofondare nel blu scuro,incontrollabile,della dipendenza.
Eppure,come si impara a nuotare-a fatica e rischiando di bere un po’ d’acqua salata,anche grazie a bravi maestri di nuoto-si può imparare a non aver paura dei sentimenti;a non credere troppo in loro,lasciando che ci attraversino.
Ad abbandonarci là dove non tocchiamo,scoprendo che invece di annegare,avverrà quello che si verifica con stupore improvviso in mare aperto: lasciarsi trasportare con dolcezza dalle correnti..
Il mare è ciò che più da vicino ricorda i sentimenti; il fiume è la metafora più idonea a rappresentare la psiche e l’anima, l’amore che ci unisce agli antenati e ci connette ai discendenti, il modo in cui si manifesta l’inconscio nella nostra vita e le scelte che compiamo tra il rigagnolo ombroso della rinuncia e il torrente ampio e soleggiato dell’abbondanza. Il fine del lavoro su di sé e di ogni terapia non è solo vivere meglio e far stare meglio gli altri. È ripristinare il flusso dell’amore nella vita che, da qualche parte, si è interrotto.
Come per molti secoli è rimasta sconosciuta alla maggior parte dell’umanità. Oggi è un mistero la fonte dell’inconscio,il fiume che superando gli ostacoli posti dal nostro Ego riesce a formare delle crepe nel mondo materiale in cui siamo immersi,riportandoci alla vera natura delle cose,la fonte suprema,il nostro Sé,che è l’Assoluto. L’inconscio,questo alleato che parla la lingua dei simboli, ha per messaggeri i sintomi e ci narra una terra lontana che in verità è solo a due passi,nelle pause del respiro,in meditazione, concentrazione e contemplazione. La sua luce perfora le coltri delle tenebre più oscure e lentamente dirada la nebbia dell’inconsapevolezza,riportando in superficie la nostra millenaria saggezza ed eterna conoscenza. Normalmente sono gli eventi che colpiscono in profondità a mettere in moto i processi di crescita. Oppure-se si è fortunati e si raccolgono i frutti di ciò che si è seminato in passato-la grazia di un esempio virtuoso.
È fuor dubbio che dai momenti di dolore e oscurità(la notte buia dell’anima) scaturiscono i lampi di maggior crescita e comprensione.
A volte con i tempi di una vera e propria rivoluzione.
Si arriva alla felicità con la strada che piace di più e che si sceglie per sé.
La triste realtà è che molti cercano una verità che non sono pronti ad accogliere.
Altri diversamente si dischiudono al suo apparire nelle proprie vite come un miracolo.
Ma è il loro stesso miracolo,frutto del mettersi in gioco,dell’aprire le braccia alla vita.
Tentare di cedere, proiettare, delegare ad altri la propria responsabilità, o peggio felicità, è la via migliore per vedere disattesa ogni aspettativa.
Quando avverto un bisogno, sono il primo a chiedere aiuto. Non ho mai pensato tuttavia che qualcuno potesse darmi delle risposte o risolvermi i problemi. Ma descrivere dei fenomeni a me ignoti, mostrarmi altre interpretazioni della realtà, fornirmi le indicazioni per la via della guarigione e illuminazione, quello sì.
In ogni caso sono stato io a percorrerla,da solo. Di giorno, di notte,alla luce della luna, delle candele, nei momenti di buio assoluto come in quelli di totale estasi.
Chi cambia dentro, cambia il mondo intorno a sé. Chi chiede, riceve.
Chi cerca, trova.
Sempre.
Perciò è importante non perdere tempo…
L’amore fa paura perché è il modo più rapido per cambiare.
La sua energia provoca un’immediata espansione, un cambiamento di stato, una realtà più ampia, vitale e brillante che dovrebbe essere la propria vera, costante natura.
In tante vite questo processo è un’autentica esplosione e non ci riconosce più.”

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