Perché non ricordiamo le vite passate?

Perché non ricordiamo le vite passate?

 

 

 

 
 
 
 

 

Il Mistero della vita dopo la morte e la seguente reincarnazione è un argomento che da sempre ha suscitato non pochi dubbi e quesiti. Tra le domande più frequenti che l’uomo si pone vi è il quesito del perché se esistiamo da tempo immemore e ci reincarniamo in varie esistenze, non riusciamo a ricordare le vite e le esperienze passate? La risposta è più facile ed ovvia di quanto possa sembrare. Nel Piano dell’evoluzione, cosi come nella mente di ogni uomo, non viene conservato ogni singolo istante della nostra vita, ma solo le esperienze più importanti, quelle che forgiano il carattere e segnano la nostra esistenza. Addirittura altre volte seppur non vengono ricordati particolari luoghi o vicende vissute, abbiamo un vago ricordo non definito nella nostra memoria o qualche sensazione di aver già vissuto o visitato un determinato luogo. Come mai? Questo accade benissimo non solo per quanto concerne le vite passate, ma anche in questa vita attuale. Infatti, basti pensare che se ci dicessero dove eravamo un certo numero di anni fa, in un determinato giorno, noi risponderemmo sicuramente di non ricordare. Ciò nonostante possiamo affermare con sicurezza di essere esistiti ed aver vissuto, provato sensazioni etc.. in quell’esatto giorno.

 

Tuttavia, non è questione di una mancanza di memoria dovuta al parecchio tempo trascorso dall’avvenimento, tanto che possiamo con esattezza ricordare una data anche più remota della nostra infanzia se questa ha segnato in noi una profonda sensazione o esperienza.

 

Altre volte invece, seppur ignari degli avvenimenti accaduti in passato, ci comportiamo con un carattere e dei ragionamenti forgiati proprio da queste esperienze “apparentemente rimosse” da una mente che ha preferito dimenticare certe esperienze dolorose etc…per evitare di soffrire, ma nonostante tutto vivono in noi in modo latente e sottile, quasi inconscie. Esempi di questo tipo possono essere i traumi dell’infanzia che condizionano la nostra vita ma che spesse volte non ricordiamo più di averli avuti nonostante abbiano lasciato nel nostro carattere la loro impronta.

 

Lo stesso avviene nella reincarnazione ed i ricordi delle vite passate. Nel grande Piano Divino, i ricordi nitidi e dettagliati delle vite passate, non hanno un ruolo fondamentale, non solo non giovano all’anima incarnata ma sono anche controproducenti e intrise di attaccamenti di gioia e dolore. Immaginate se tutti gli uomini ricordandosi le vite passate, dovrebbero accettare con rassegnazione la lontananza, il distacco dei nostri cari, oppure accettare che il nostro peggior nemico della vita precedente, adesso vive come nostro figlio o partner.

 

La Realtà squarcia il velo dell’illusione di Maya, il Creatore sa bene che ogni individuo non è che una proiezione dell’Uno. Ogni uomo non è che un insegnamento per la coscienza dell’atma individuale, ed il suo scopo è soltanto liberare e non creare attaccamenti con parentele, legami fisici fittizi e temporanei. Ciò che conta per l’evoluzione non sono i piaceri dell’Ego individuale, ma la liberazione finale dell’anima individuale nel Sé.

 

L’importante quindi, sono le esperienze le virtù e le debolezze che difatto “salviamo” nella nostra memoria atmica o akashica, che verranno ripresi nella prossima incarnazione, con un nuovo scenario e nuovi attori adatti alla nostra evoluzione in questo dramma Divino dell’esistenza. In conclusione possiamo affermare che non ricordiamo le vite passate, non perché non siamo esistiti, ma soltanto perché ciò non sarebbe di alcuna utilità nel nostro piano evolutivo, ma soltanto per il nostro ego, che addirittura ne soffrirebbe enormemente, ricordandosi oltre ad alcuni episodi piacevoli, anche tutti i traumi, le pene, le separazioni dai cari, le morti sofferte che causerebbero uno stato confusionale e difficile per la nuova esistenza.

 

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