Risveglio: l’Ultima Incarnazione

Risveglio: l’Ultima Incarnazione

Negli ultimi anni si è scritto moltissimo sul tema della reincarnazione dell’anima. Se non siamo la stessa anima che si reincarna più e più volte, perché molti di noi hanno ricordi di vite passate?

La psicologia junghiana ha fatto un ottimo lavoro nell’esplorare l’esistenza dell’inconscio collettivo; Jung credeva inoltre che i ricordi individuali arrivassero anche dalle nostre vite passate: “Oltre alla nostra coscienza immediata, che è di natura completamente personale e che riteniamo essere l’unica psiche empirica, esiste un secondo sistema psichico di tipo collettivo, universale e di natura impersonale, che è identico in tutti gli individui. Questo “inconscio collettivo” non si sviluppa individualmente ma viene, per così dire, ereditato dall’individuo. Consiste in forme preesistenti agli ‘archetipi’, che possono diventare consci solo secondariamente e che danno forma definita a certi contenuti psichici”.

Freud si riferiva a questi resti karmici come “resti arcaici” o frammenti mentali, la cui presenza non può essere spiegata da nulla nella vita dell’individuo, essi sembrano piuttosto forme primordiali, innate e ereditate della mente umana. Il nonno della psicologia, William James, ha condiviso la stessa prospettiva, affermando: “Il nostro essere spirituale è amplificato qui sulla terra e man mano che cresciamo in età ed esperienza, diventiamo più consapevoli di un mondo più vasto intorno a noi, e quando moriamo è solo per entrare in una maggiore capacità.”

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Essenzialmente, l’inconscio collettivo è formato da una riserva di ricordi che alcuni individui, attraverso la purificazione della consapevolezza o l’evoluzione della loro anima, hanno sfruttato per essere in grado di ricordare gli eventi di una vita precedente risalente a centinaia, e talvolta migliaia, di anni prima.

I ricordi del passato ci servono nei nostri viaggi di esplorazione del sé come modi per imparare e continuare a crescere. Man mano che le anime crescono e maturano, avendo preso abbastanza energia dalle loro vite, saranno in grado di ricordare gli schemi di comportamento sciocchi e distruttivi avuti in passato e ripetuti per molto tempo, per correggersi, imparare ed andare avanti.

Per esempio: in una vita passata forse siamo stati poveri, e abbiamo passato tutta la nostra esistenza a rincorrere il denaro, per poi renderci conto di quanto tutto ciò fosse inutile e inessenziale. Ebbene: il ricordo di ciò può impedirci, nella nostra vita presente, di fare lo stesso errore, e questo è esattamente ciò che illustra la “ruota della vita” buddhista.

Finché continuiamo a morire senza sentirci soddisfatti e grati per questa vita, finché continuiamo a morire portando con noi desideri ed aspettative superficiali che creano sofferenza per noi stessi e per gli altri e infine, finché continuiamo ad identificarci con il nostro falso senso del “sé”, continueremo a tornare ancora e… ancora in questo mondo, fino a quando avremo raggiunto la completa realizzazione. La reincarnazione è, quindi, un processo necessario per affinare la nostra anima, per liberarci dall’insoddisfazione e per aiutarci a placare la nostra sete spirituale.

Perché molti di noi hanno il desiderio di: “tornare a Casa?” Arriva un momento durante il processo di evoluzione della nostra anima, in cui maturiamo e cominciamo a sentirci alieni e isolati in questo mondo. All’improvviso, tutto sembra piatto, sterile e arido, e dobbiamo lottare intensamente per riuscire a connetterci con le altre persone. Sviluppiamo un profondo desiderio di ritornare alla nostra “Vera casa” – alla nostra divinità o grembo cosciente – il luogo a cui sentiamo di appartenere e dove finalmente possiamo sentirci di nuovo “interi”.

All’inizio può sembrare una terribile esperienza attraversare le prove di questa fase, che viene spesso definita “Dark Night Of The Soul” (la “notte oscura dell’anima”). Ma quando iniziamo a crescere spiritualmente, cominciamo a comprendere che il risveglio non consiste nell’avere esperienze di beatitudine, ma nel servire una causa molto più alta e profonda: la crescita collettiva della razza umana

L’ultima reincarnazione è, dunque, quella in cui ci risvegliamo, dove ci uniamo agli opposti, dove trascendiamo la separazione e la dualità e diventiamo, per così dire, “interi|”, così da divenire veramente responsabili. L’Anima Risvegliata è il passo finale: l’antica anima ha subito ormai un immenso lavoro spirituale.

Tuttavia, è impossibile risvegliarsi completamente tutto in una volta, è necessario prima iniziare a svegliarsi per brevi momenti. Il risveglio, inoltre, è possibile solo per coloro che lo cercano e lo vogliono veramente, per coloro che sono pronti a lottare con se stessi, lavorare su se stessi e sviluppare la propria autenticità, con un tempo anche molto lungo per raggiungerlo.

La maggior parte delle persone dice di essere spirituale, di meditare o che pratica lo yoga di tanto in tanto, ma come dice il Buddha: “Devi volerti liberare da dukkha (la sofferenza) come se i tuoi capelli fossero in fiamme!” La maggior parte delle epoche dell’anima, invece, non avrà un desiderio così forte e non sarà, dunque, pronta a morire per trovare la verità.

In un’anima Risvegliata, la sua falsa identità è ormai morta (questo è il concetto buddista di “essere nel mondo, ma non di esso”), ha aperto l’ultima porta, ha visto attraverso la falsità del mondo ed è consapevole dell’unità del tutto, che comprende tutti gli esseri e trascende tutti i confini.

I mistici di ogni sistema religioso in ogni cultura e in ogni epoca, hanno riferito che questa è la verità più alta. Gesù, l’ Anima Risvegliata per eccellenza, ha indicato questo concetto, dicendo: “Beati sono i poveri in spirito”, un vuoto che risulta dall’essersi liberati da tutti gli ingombri e i retaggi del proprio passato.

Per concludere diciamo anche che proprio come l’inconscio lavora su scala collettiva, così anche il “risveglio” avviene grazie a ondate di consapevolezza collettiva. Alcune grandi anime risvegliate furono infatti quasi contemporanee: in India, ai tempi di Gautama Buddha, troviamo anche Mahavira, Makkhali Gosala, Ajita Kesakambali. Essi diffondevano a tutti lo stesso messaggio; mentre in Cina c’erano Confucio, Lao Tzu, Mencius, Chuang Tzu, Lieh Tzu e in Grecia Socrate, Platone, Aristotele, Eraclito e Pitagora.

Una delle affermazioni più confortanti mai dette da Socrate fu: “Nessun male può accadere a un uomo buono in questa vita o nella prossima”.

Fonte: http://it.anahera.news/risveglio-reincarnazione-anima/

 

L’esperienza del risveglio

L’esperienza del risveglio dalla vita alla morte potrebbe essere simile al risveglio da un lungo sogno nel nostro attuale stato di veglia.

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