Nuova energia, onestà verso sè e non giudizio....17....9....19

Nuova energia, onestà verso sè e non giudizio

cuore

Quando parliamo di nuova energia e nuova era di cambiamento, teniamo conto di un presupposto: l’essere umano rimane corpo, mente e spirito. Questo credo sia sempre un punto di partenza utile da tenere a mente quando si parla di nuova energia, risveglio della coscienza e cambiamento di paradigma della consapevolezza. E come sempre, non ci si deve aspettare di vedere fuori di noi un cambiamento se prima non abbiamo fatto un vero cambiamento dentro noi stessi. Il punto resta sempre quello. Certo questo cambiamento, a livello energetico, è molto più accessibile a molti, e gli esseri umani sono molto supportati e possono cavalcare “l’onda” del cambiamento interiore in modo più efficace rispetto al passato, e possiamo dire anche con sforzi meno “titanici”. Il progresso interiore, il progresso psicologico, il progresso spirituale, è più accessibile e percorribile in modo fluido, se lo si permette. Questa sembra essere una delle caratteristiche delle nuove frequenze che coinvolgono tutti gli esseri, umani e non.

Ma tutto questo non è una specie di scorciatoia, di stradina secondaria ancora poco conosciuta che possiamo imboccare per by-passare il lavoro interiore che c’è da fare. E’ vero che è e sarà più agevole lasciar andare ciò che abbiamo osservato di noi e che non ci serve più, integrandolo e trasformando le energie pesanti; ma per lasciar andare ed integrare qualcosa, bisogna prima “vederla”. Per cui forse il lavoro interiore, sulla mente, sulle emozioni, sul karma, sul contatto con la nostra parte profonda e con il nostro Sé superiore, diventa ancora più intenso e soprattutto, non più “aggirabile”. E’ giunto al termine il tempo in cui potevamo attendere, pensarci domani, rimandare ad un’altra vita, crogiolarci nei progressi interiori e spirituali fatti 10 anni prima. E’ tutto molto più intenso, nella nuova energia che si sta manifestando sul pianeta.

Questo ovviamente non vuol dire avere fretta. L’universo non mette fretta a nessuno, del resto siamo perfetti così come siamo e dobbiamo solo “ricordarlo”. Pensare che tutto avvenga automaticamente è un fraintendimento. Ma anche “imporci un cambiamento”, incalzare noi stessi per “sentire che le frequenze si stanno elevando”, pretendere che ci siano subito delle grandi rivoluzioni nella nostra realtà, con grandi aspettative, credo sia un errore. Sto parlando di giudizio. Giudicare ciò che avviene, giudicare noi stessi perché stiamo o meno riuscendo a cambiare, riuscendo o meno ad attrarre nuove circostanze nella nostra vita, riuscendo o meno a non arrabbiarci più per le solite situazioni ricorrenti (karmiche) e schemi mentali e di comportamento con i quali siamo programmati da anni di condizionamenti, traumi infantili o vite passate.  Chi intraprende un percorso interiore e spirituale in maniera consapevole, nel senso che inizia ad osservare consapevolmente nella propria esperienza ciò che ha letto nei libri e/o affrontato nei lavori profondi su di sé, si porta dietro la personalità e i propri schemi, più o meno “patologici”, i propri comportamenti auto distruttivi e auto sabotanti, le proprie insicurezze. E li proietta sempre sul proprio percorso interiore. Appare quasi un’impasse. Sembra un cane che si morde la coda: sto facendo un percorso di consapevolezza per liberarmi dai costrutti intricati dell’ego, e poi continuo a osservare il percorso con gli occhi dell’ego. Parliamo tanto di vincere il giudizio come via di evoluzione interiore, comune a moltissimi sentieri; non giudicare noi stessi per non giudicare gli altri e per non essere giudicati. Ma poi spesso siamo troppo duri proprio coi “risultati” del nostro percorso spirituale e/o interiore, “giudichiamo la quantità e la qualità del nostro NON giudizio”.

Liberarsi del giudizio significa che, se ancora ci sono situazioni in cui mi giudico, temo il giudizio degli altri, giudico un aspetto del prossimo che veramente ancora mi appare “insopportabile” poiché mi ci specchio, posso comunque accettare di essere così, qui ed ora, mandare luce a questa parte di me stesso ancora così giudicante, e provare a “non giudicarmi” per questo.

Allo stesso tempo, fa davvero la differenza vincere quotidianamente la sfida con quella parte di noi stessi che cerca un’eterna zona di comfort, la nostra radicata pigrizia, la parte di noi che ci fa pensare che qualsiasi risultato ottenuto, autentico o meno, reale o illusorio, sia un traguardo definitivo e “sufficiente”. Ciò che possiamo attivare e ricercare, è quella molla interiore che ci porta a fare un piccolo passo, e poi farne un altro, e un altro ancora, lungo il sentiero del nostro cammino, del nostro viaggio. Magari a volte passi lenti e goffi, riposandoci, ma “in avanti”. Anche nel progresso interiore e nell’affrontare questo incredibile e intenso periodo di cambiamento delle frequenze e accelerazione verso l’espansione di coscienza, ciò che fa la differenza è allinearsi al flusso, a quella caratteristica di fondo dell’universo e dell’energia: il mutamento. L’unica caratteristica forse eterna del cosmo e del tutto, è proprio paradossalmente il suo continuo cambiare. Poi la velocità di tutto ciò, è veramente relativa. I passi falsi sono ammessi, anzi fanno parte integrante del gioco. Riposare una volta arrivati ad una meta intermedia, prendendosi i propri tempi secondo il proprio sentire, è perfettamente sano e quasi vitale. Insomma, credo che alla fine l’onestà con noi stessi sia veramente preziosa. Certo, pure questa qualità è da ricercare col nostro percorso interiore. L’anima è onesta, è l’essenza che non finge mai di essere qualcosa che non è, esiste con l’intento di capire chi è e manifestarsi come frammento di Dio; una divina scintilla dalle potenzialità illimitate.

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Credo che un punto importante sia allinearci con l’onestà dell’anima, ricercando l’onestà verso noi stessi. L’onestà nel dire a noi stessi “ok, ora sto veramente cincischiando, mi sto crogiolando da un bel po’ nei panni un po’ statici di questo essere umano che interpreto; è così intrigante trasformarsi, sentire il flusso del cambiamento del cosmo in sintonia col mio percorso, allora perché non fare un altro piccolo passo in avanti verso la comprensione di chi sono?”.

Onestà nel comprendere quando stiamo procedendo o quando stiamo aggirando un punto cruciale. Spesso è molto più semplice di ciò che appare, una volta che si conferma con una piccola azione ciò che dentro di noi sentiamo profondamente vero, ma che manteniamo immobile per paura del nuovo, comodità di una zona di comfort, o semplice pigrizia.

Ma anche non giudizio di noi stessi: non importa la velocità a cui andiamo nel processo di espansione della nostra coscienza (del resto, molte guide dicono che tanto avverrà comunque). L’importante è “sentire” di procedere.

E come al solito, l’equilibrio è sempre la via più efficace e diretta.

E nelle nuove frequenze del pianeta e del cosmo, tutto ciò avviene decisamente amplificato: un nostro piccolo passo avanti in una direzione buona per noi, sarà grandemente sostenuto dall’energia e dagli eventi e dalla sincronicità che appariranno lungo nostra strada. Un passo in una direzione non adatta a noi, che poi è pur sempre un passo in avanti visto che ci fa capire ciò che “non è appropriato”, troverà enormi difficoltà e un vero e proprio muro. Osservando ciò che ci accade e come ci relazioniamo agli eventi, e cercando di non forzare le cose (o per lo meno, il meno possibile), potremo “udire” come una voce chiara dal cosmo vivente che pare dirci “questa strada non sembra proprio adatta a te, qui e ora”, se ci mettiamo in ascolto con apertura e senza aspettative.

Giudicarci senza appello, ci porterà ulteriori circostanze che ci porteranno a commettere errori, o a vedere errori di altri, in modo da entrare veramente in contatto con la nostra parte giudicante, per imparare meglio la nostra bella lezioncina sul giudizio, e poi lasciar andare la nostra tendenza a giudicare, compreso il giudizio sul nostro percorso interiore, spesso giudicato da noi stessi come se non fosse “mai abbastanza”.

E infine se ci fermiamo, se ignoriamo deliberatamente quella voce che ci avvisa della nostra staticità, se trascuriamo l’onestà verso noi stessi e verso il cammino di cambiamento ed evoluzione del nostro spirito, soprattutto dopo che questo cammino è stato visto, conosciuto e percorso con consapevolezza, giungeranno puntuali le situazioni che ci ricordano i nostri meccanismi più “vecchi” ed “oscuri”. Per farci capire, a volte in modo talmente palese da sembrare quasi esplosivo e turbolento, ma con immenso amore e per il nostro massimo bene, che nel viaggio le zone di comfort sono utili a rigenerarci e a riposarci, ma non possono diventare il senso del viaggio, che resta sempre uno: capire chi siamo e farne esperienza. Ci siamo cascati tutti e, probabilmente, capiterà ancora. Va bene così. Ma considerando che la nuova energia e la nuova era altro non sono che degli acceleratori verso la comprensione della nostra vera essenza, tutto ciò diventa sempre più rilevante.

Universo-Infinito

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