Sciogliere i nodi attraverso il Processo di Contrazione

Sciogliere i nodi attraverso il Processo di Contrazione

di Irene Conti

Sciogliere i nodi dei propri blocchi e delle proprie resistenze interiori, è il focus centrale attorno a cui si muove tutto il processo trasformativo. La persistenza di un blocco o di una contrazione della nostra energia interiore, può farci davvero sentire come messi alle corde, privati in ogni direzione della possibilità di agire.

Sciogliere i bocchi emotivi

Questa esperienza interiore è connaturata al nostro processo trasformativo, ne è il motore stesso, poiché solo attraversando questa fase purificatrice riusciamo a pervenire al rinnovamento. Spesso però, questa fase può essere molto dolorosa e apparire come un tunnel senza uscita. E solo dopo che abbiamo attraversato il binomio ciclico di espansione-contrazione molte volte, riusciamo a vivere i momenti di contrazione senza dolore.

La terapeuta energetica Barbara Ann Brennan, vede la fase di contrazione come un momento in cui ciò che abbiamo raccolto dall’esterno durante l’espansione della nostra fase creativa, viene a poco a poco metabolizzato dalla nostra stella nucleo, “rinsaldandosi”, per così dire, nel nostro corpo.

La fase di contrazione ha vari cicli e sotto-cicli, solitamente il macro ciclo ha la durata di sei mesi, mentre tanti piccoli micro cicli possono sorgere all’interno della fase espansiva e durare giorni o ore.

A molti sarà capitato, dopo aver vissuto un’esperienza di espansione particolarmente intensa, di sentire la necessità di ritirarsi in sè stessi o di entrare in un cosiddetto “periodo piatto” o depressivo, dove sembra proprio che la nostra chiarezza e le nostre energie ci abbiano abbandonato.

Il macro ciclo di contrazione richiede in genere abbastanza tempo, la regola d’oro è quindi quella di armarsi di pazienza e di uno spirito di cedevolezza e arrendevolezza. Il dolore in questa fase viene prodotto, infatti, dalla resistenza che opponiamo a questo naturale processo.

In una società che costantemente ci bombarda del messaggio “sei ciò che fai” e che premia la produttività, l’accumulo e la frettolosità, non è facile avere rispetto dei propri ritmi e delle necessità della propria anima, come nel caso della contrazione.

Opponendo resistenza in questa fase e rigettandoci forzatamente nelle attività esterne per la paura di restare in noi, attiriamo prima o poi qualche esperienza, le cosiddette “lezioni”, che ci costringerà a tornare dentro e a restarci per il tempo necessario. Ciò ovviamente non significa non fare, ma, come dice la stessa Brennan, “fare da dove ci troviamo”.

Oltre alla pazienza, la seconda preziosa virtù da padroneggiare in questa fase è la fiducia. Quello che ci sta accadendo ha un senso ed uno scopo che non riusciamo a scorgere in questo momento, ma che ci riempirà di sorpresa e gratitudine quando il primo ramo, in primavera, tornerà a germogliare. Ci accorgeremo così che quell’attesa, che somigliava così tanto ad una morte, era in realtà una gestazione, indispensabile per rinnovarci a nuova vita.

Sciogliere e dispiegare questi nodi, è lo scopo più alto che la nostra anima ha scelto di portare a compimento in questa vita per tessere la nostra opera: “L’uomo è un tessitore che ordisce dal rovescio la trama del Tempo. Verrà il giorno in cui, passando al diritto del tessuto, egli contemplerà il quadro magnifico e grandioso che con le sue proprie mani ha ordito sul telaio dei secoli ma di cui, fino a quel momento, altro non ha visto se non il confuso groviglio dei fili sul rovescio”. Alphonse de La Martine

Articolo di Irene Conti

Fonte: https://fisicadellacoscienza.com/2015/11/04/400

Login utente