Morte e rinascita: alcuni aspetti interessanti

Morte e rinascita: alcuni aspetti interessanti

L'uomo arriva alla rinascita (reincarnazione) senza
assolutamente ricordare il tipo di relazione che ha avuto con le
anime che abitano i corpi che ora lo circondano, e con cui si
trova ad interagire; questa solitudine sparisce gradualmente
soltanto dopo qualche tempo, quando riuscirà a creare dei
contatti personali, scoprire le persone che gli sono congeniali
ed infine radunerà attorno a sé quelle che egli considererà
come amiche.

Dopo la morte ciò non avviene, perché l'uomo trova
dall'altra parte del "velo" le persone che già conosce
e che sono state in relazione con lui nella vita sul piano
fisico. Non si trova perciò mai "solo" nel senso in
cui i viventi intendono la solitudine. Egli è anche
perfettamente consapevole di coloro che si trovano ancora nel
corpo fisico; li può vedere, può "sintonizzarsi" sul
loro pensiero e sulle emozioni che essi provano, perché queste
percezioni non sono più limitate dal cervello fisico come
accadeva mentre era in vita.

Bisogna sempre considerare che la coscienza resta la stessa
sia nell'incarnazione fisica sia al di fuori di essa, non solo ma
dopo il trapasso anche lo sviluppo animico può essere portato
avanti con ancora maggior facilità in quanto l'individuo non è
più limitato e condizionato dal cervello fisico.

Se soltanto aveste modo di vedere ciò che avviene nei mondi
sottili vi rendereste immediatamente conto di quanto la vita
individuale vi si svolge in modo assai più ampio che non nel
mondo materiale. Il cosiddetto "purgatorio" viene
vissuto proprio durante la vita fisica e le esperienze che
facciamo giorno dopo giorno non sono altro che una scuola di
drastica disciplina. Evitiamo perciò di temere la morte e ciò
che essa cela ai nostri occhi. La libertà che ci viene data dal
fatto di non essere più "imprigionati" in un corpo
fisico ci porta dei benefici concreti e reali.

Man mano che l'umanità diventerà sempre più cosciente della
propria anima, la morte sarà sempre più considerata come un
processo "ordinato", portato avanti in piena coscienza
e con la comprensione del suo scopo che si riallaccia alla legge
dei "cicli" a cui tutta la natura si trova a
soggiacere. Questo metterà fine in modo naturale alla grande
paura che la morte esercita attualmente ed arresterà la tendenza
al suicidio, sempre più frequente in questi ultimi tempi.

L'anima deve tornare a Colui che l'ha donata

L'anima, ci dicono, deve tornare a Colui che l'ha donata. Una
simile affermazione porta a pensare che esista una forzata e
temuta restituzione; restituzione che genera paura e che porta
uomini e donne alla disperata ricerca della guarigione del corpo
fisico, enfatizzandone l'importanza oltre misura. Questo dare
troppa importanza al corpo fisico fa' cercare il prolungamento
della vita terrena a tutti i costi, come se questa fosse la fase
più importante della vita stessa.

Durante il prossimo ciclo evolutivo queste errate attitudini
dovranno essere eliminate e la morte diventerà un processo
normale e comprensibile; normale come quello della nascita, anche
se questo evoca meno dolore e meno paura. Attualmente esiste una
grande differenza tra il modo scientifico di favorire la nascita
(reincarnazione) delle persone e quello ignorante, cieco e spesso
pieno di timore con cui vengono aiutate nel momento del decesso.

Questo argomentare sul tema della morte si riferisce a come
essa si presenta attraverso la malattia o la vecchiaia. Non mi
riferisco alla morte che arriva a causa della guerra, di un
incidente, oppure come risultato di suicidio o omicidio. Queste
cause, ed altre ancora, fanno in modo che il processo della morte
avvenga secondo delle direttive totalmente diverse.

www.procaduceo.org/it_ricerche/esoterismo/esoter05.htm - 27k -

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