Come sento L'Esistente. Cosa il mio sentire mi ha portato a credere. . ( POSTA + PER SALOME' )

 

Sono mamma di due bambini di 3 e 6 anni.

Sono maestra e amo il mio lavoro.

Ho camminato per anni, a volte con lunghe soste, cercando nel mondo, guidata dalle parole tramandate dai vangeli che conoscevo, il viso del mio Gesù: Yahshua.

Sentivo un suo sussurro costante che mi portava a vedere una essenza di Sé che non trovavo riscontrata in altri, non nella sua globalità. Mi credevo sola.Gnosi per me non significa considerare lo spirito superiore alla materia, né l'anima

superiore al Corpo.

 

 

""

—Maestro, è dunque la carne nobile quanto lo Spirito?
—“Assai di più, Tommaso! Se lo spirito si trasforma in carne è cosa meravigliosa, ma se la carne si trasforma in Spirito, questa è la meraviglia di tutte le meraviglie. E’ straordinario come tanta ricchezza possa nascere da tanta presunta povertà”. 

 Lo ritengo privilegiato, sì, perché più simile alla natura di fondo del "Tutto Ciò Che E'" (Yahvè)“.

Credo che Dio chieda all'uomo di essere pienamente “materia e spirito”, cosa che Il Tutto non avrebbe mai saputo né potuto essere rimanendo tale.

La sintesi contiene in potenza ogni particolare, ma li ha in sé completamente indistinti, senza alcuna forma.

Solo un pensiero "limitato" ha il vantaggio di dover 'contenere' una sola parte che inevitabilmente acquisisce senso solo quando ciò che contiene ha un ha una sorta di coerenza.

Ma al contempo questo è anche il suo limite. Rischia di rimanere chiuso fra le “sbarre” di ciò che percepisce con i sensi e di arrivare a credere che l’Esistente sia tutto lì.

Dio non se ne preoccupava perché ogni essere e pensiero limitato resta contenuto in LUI e ne sviluppa, facendola evolvere, una parte di ‘sostanza’ spirituale-energetica fino a che nel tempo (sì, nel tempo: altro limite da lui originato al servizio del suo proprio VIVERE/ESSERE per poter conoscere e “divenire” pienamente consapevole di ciò che semplicemente E’) non ha “capito” che all’essere umano creato a sua immagine e somiglianza non basta ESSERE.

Egli E’ veramente a Sua Immagine e Somiglianza:

l'Uomo soffre dell’essere ‘separato’, del non essere capace di percepire la dolcezza della completezza;

Egli, al contrario, soffriva prima di emanare l’universo suddividendosi in particolarità, dell’essere completo, ma totalmente inespresso.

Dio evolve, e impara.

Scopre con noi, il concetto di prossimo perché solo ciò che è separato può osservare un altro come lui dall'esterno.

Dio concepisce una nuova consapevolezza di sé:

essere ‘Prossimo’ non è nell’esperienza di chi Tutto contiene e, probabilmente, emanare e osservare, ipotizzando un ideale percorso delle proprie creature, non corrisponde sempre a ciò che ‘si vive e sperimenta’ nella complessità di un percorso di vita condiviso e spesso conteso con altri come Te.

Impara che essere ‘spettatore’ per quanto partecipe, è profondamente diverso dall’essere protagonista.

Il ‘sentire’ richiede un punto d’ascolto (di vista diremmo), quindi un punto d’osservazione limitato nello spazio e nel tempo e diverso da quello di chi ‘parla’.

Non è possibile ‘dialogare’ se si dice la stessa cosa nello stesso identico modo e neanche contemporaneamente come dondolare se ci si siede dallo stesso lato.

Tipica esperienza del genitore medio che avverte in modo quasi traumatico ogni prima prova di autonomia di un figlio. Eppure proprio allora col figlio diventa possibile e stimolante confrontarsi.

L’essere umano cresce e diventa adolescente. Il genitore cresce e diventa genitore di un figlio-non-più-bambino.

E quindi, proprio perché essere genitore che dà alla luce un figlio è diverso che essere quel figlio, Dio si fa ‘PARTICOLARE’ e diventa Figlio dell’Uomo.

Gesù, Dio che salva è pensiero e corpo limitati, soggetto di una vita ‘particolare’ e limitata (è quello che io credo perché lo sento nel mio personale dialogo nell’anima con Gesù).

Certo che pur ‘riducendosi’ fino al rango di una sua qualsiasi creatura/emanazione, ha realizzato una sua intenzione consapevole, con il fermo intento di ‘sperimentare’ con consapevolezza quel passaggio in terra.

Questo gli ha reso possibile essere uomo pienamente, come tutti, pur mantenendo un canale spirituale e una coscienza privilegiata potendo accedere in tempo reale al ‘database’ di esperienze già contenuto nel TUTTO/Padre perché 'acquisito’ in milioni di anni di evoluzione umana (non ipotizzo neppure altre forme di vita intelligenti, è già abbastanza complesso così).

“Gesù è uomo, ma il suo pensiero è perfetto” (Tommaso)

E’ Dio, gli è ovviamente più facile non perdere il contatto con il Tutto da cui proviene.

E nonostante ciò trema di paura sul monte degli ulivi e chiede “Padre allontana da me questo calice” e grida “Abbà, Abbà, perché mi hai abbandonato?”.

 Lui impara dall’Essere Stato Umano quanto ESSERE Umano è complicato.

Impara ad avere pazienza dei suoi ‘amici’ che temono di affondare sulla barca nella tempesta nonostante Lui sia lì accanto a loro;

impara dalla donna siro-fenicia (Mc7,24-30) che non è detto che solo chi ha già iniziato un dialogo con lui sia in grado di comprenderlo e ‘amarlo con fede’;

impara che può insegnarci a non temere la morte, ma che non può impedirci di avere paura, così come non è riuscito ad evitarlo a se stesso;

che se muore una persona cara, anche se crediamo che continuerà a vivere in un’altra forma, non può risparmiarci la sofferenza della sua perdita (Pianse per la morte dell’amico Lazzaro).

 E’ proprio per questa sua partecipazione reale all’Umanità dell’essere umano che la sua Via di Verità e Vita sulle ali dell’AMORE è credibile e potente.

Proprio perché il suo pensiero “limitato” in quanto essere umano ha tratto innegabili benefici dal canale privilegiato con il Padre, sappiamo che Lui ci conosce e ci capisce e che ci apprezza nella nostra condizione di ‘normali’ esseri umani.

Non ci condanna per i nostri errori, non voleva farlo prima, non lo farà mai dopo essere stato uomo cosciente di essere un uomo privilegiato.

Sa che senza il contatto diretto col Padre non sarebbe riuscito a compiere la sua missione.

Eppure, si propone come strada.

Sì, perché a Lui molto fu dato (se lo diede) e molto fu chiesto (era quello che voleva regalare all’umanità e a se stesso. All’Esistenza Tutta).

A noi che Figli, oltre che creature, dobbiamo diventarlo scegliendolo per fiducia/Fede in lui, a noi, a cui molto meno viene dato, molto meno viene ‘richiesto’.

Da allora Dio ha modificato il suo rapporto con gli Uomini, ha cambiato modo di comunicare, non ci tratta più come bambini capricciosi da punire con diluvi e terremoti.

Ha imparato ad amarci come adoloescenti che fuggono e ritornano; che credono e desiderano di essere amati, ma poi fuggono e sperimentano l’autonomia; che sbagliano, si nascondono, poi, però, comprendono e imparano ad amare.

Questo Dio, il volto di quel Sole-fattosi piccolo tanto da abbracciare l’essenza materiale-animica Umana (vedi Favola Luna e Sole), questo Dio-Gesù che ama con passione autentica questa Umanità,  e che lo fa in Spirito e Materia, io lo amo in Spirito e Corpo.

 Io so di non essere capace di ergermi al di sopra della mia ‘limitata’ particolarità di essere limitato.

Credo, però, perché lo sento da molti anni ormai, anche se non sapevo come esprimerlo né che posto e ruolo dare a questa mia ‘consapevolezza’, che Dio non lo desideri da nessuno di noi.

Lui non chiede, secondo me, che gli riconsegnamo quello scampolino di anima universale a noi ‘assegnato’ dopo averlo coltivato e fatto evolvere-fruttificare in talenti o conoscenza, ma vuole che arriviamo a ricondurre a Lui l’intera ‘materia’ spirituale di cui siamo composti, anche quella densa e energeticamente più inerte come il corpo.

Non desidera che arriviamo a Lui astraendoci in meditazioni dal corpo.

Credo che tante anime eccelse che degnamente si sono avvicinate a Lui tanto da potersi già fondere con Lui in Spirito, siano ancora da qualche parte ‘lassù (si fa per dire) in attesa di potersi ricongiungere con tanta ‘metà’ della loro natura, quella materiale che ormai non ha più la forma dei loro corpi in vita, che è rientrata nel riciclo di materia della natura fisica.

Non so come né quando, (penso che in fondo non mi competa neanche).

So che Gesù stesso disse a Tommaso, ai tempi in cui visse in corpo e spirito:

“il Regno è vuoto”.

Eppure Elia e gli altri profeti, come minimo, avrebbero dovuto essere lì dentro già da tempo, no? Lui stesso disse che persino Abramo è Morto, mentre l’obiettivo è tornare Vivi a LUI. Non era allora così facile raggiungerlo per le menti umane, neanche quando seguivano alla lettera le sue leggi.

 Penso che solo quando saremo ricomposti in femminile/maschile, spirito-materia coppia che si ama e si unisce tanto da completarsi in un’entità superiore detta Noi-Uno, si resterà vivi in spirito e materia, cioè si si renderà possibile trasformare in energia-pensiero, consapevole e capace di far crescere la consapevolezza stessa del Tutto Dio, quella parte di noi che appare in forma materiale.

 “”

—TAUMA’ ti farò delle domande, e tu che sei sapiente, rispondimi.

Quante mani devi prendere per avere una unità di mani?

—Una mano Maestro.

—E qual’ è l’unità di piedi?

—Un piede.

—E l’unità di occhi?

—Un occhio
—No, Tommaso. Ti sbagli. Una mano funziona. Un piede funziona. Ma a un occhio solo sfuggono le profondità.

—ho capito, Maestro. L’unità di occhi sono due occhi.

—E l’unità di umanità?

Stavo per rispondere” un uomo”, ma, col volto imporporato, corressi il mio pensiero. Risposi:

—E’ la coppia, Maestro.

—Ora non sei soltanto sapiente, ma sei Saggio.

  e

“”

Un giorno Gesù ci disse: “Quando voi vi sedete in tre intorno a un tavolo tre siete e tre restate. Ma se una coppia si siederà intorno a un tavolo, e mi chiamerà, io verrò tra quella donna e quell’uomo e non saranno più due, ma uno solo!”

 

Solo così si diventa come Gesù.

Ed egli ormai sa quanto sia difficile per noi.

Ma il bello secondo me è che, proprio dopo aver compreso questo, Lui ha indicato una strada più umanamente sostenibile, benché non facile.

Non serve, come dicevo, astrarsi dalla natura umana se non per renderci possibile di tanto in tanto riconnetterci e recuperare memoria della nostra condizione anche spirituale e fare il pieno di fiducia.

Non è necessario né richiesto a tutti noi, essere ‘perfetti’ e super equilibrati in vita.

Non sono per niente certa che colui che è saggio e sapiente che riesca a fare a meno dei limiti del proprio ’essere particolare, sebbene limitato’ o vivere il proprio essere materiale come un sogno, in armonia con il Tutto sia più vicino a Dio di una Maria che bagna i piedi di Gesù di lacrime e che li asciuga con i capelli in un gesto tanto scandaloso e passionale, apparentemente inutile, e invece tanto gradito al Dio in Gesù.

Credo che quella persona meravigliosamente ‘leggera’ e spirituale (dote che sotto sotto invidio un po’, eh), capace di testimoniare Dio e una via degnissima, abbia semplicemente il suo modo di camminare sulla strada del ritorno.

Credo che molte di queste persone possano cadere nell’errore di Elia e dei profeti di cui parlavo prima, come persone come Maria (e me) di perdersi nella ‘pesantezza’ dello spirito-denso-materia e nelle sue passioni.

Certo è che conoscendoci e confrontando i nostri ’sentire’ si può sperare di aiutarsi a procedere sempre ognuno con il suo modo, potendo, però, contare sul punto di vista opposto e su una modalità per riacquistare una sorta di capacità di riequilibrarsi che è rappresentata dall’altro.

Quando leggo il passo dell’indovinello a Salomè in Tommaso:

 “"

—… Non vi saranno corpi, perché ogni granellino della nostra carne sarà trasformato in Spirito.

Per me è presto, Maestro mio, solo tu sei capace di tanto.”

 provo un profondo dolore per quella risposta data a Gesù, piena di umiltà, certo, ma anche così grave.

L’avverto come un ingenuo, e da Gesù rispettato, rifiuto.

Penso che come Salomè, molti di noi restano bloccati dall’ipotetica e, secondo me non necessaria, convinzione che senza raggiungere un livello superiore di evoluzione, nessuno sia in grado di tornare definitivamente alla Fonte.

Sento che questo è il freno maggiore del peccato-originale:

pensare di dover diventare qualcosa di più che semplici creature umane per poter di nuovo presentarci al cospetto di Dio.

Invece sento e credo che siamo considerati già all’altezza di questo e che ce lo testimonia il solo fatto di essere desiderati “PASSIONALMENTE” e intensamente da Lui.

Siamo alla sua altezza perché Dio ha bisogno di ‘particolari’ che attuino le sue potenzialità, potenzialità che neanche esistono prima di essere enucleate e ‘tirate fuori dall’indistinto caos dell’Uno’.

Il nostro pensiero di creature limitate è creativo.

Sento spesso dire che la nostra mente crea sogni=illusioni di cui non si dovrebbe tenere conto. Io non lo credo (a volte, però, questa immagine mi torna utile perché è un buon punto di vista per recuperare il senso dell’unità con il tutto e della verità di ciò che visibile e che materiale non è).

Così come credo che quando Tommaso dice che ‘non siamo capaci di pensare autonomamente e che sia Dio a pensare per noi’ questo sia vero ma in un senso diverso da quello che comunemente intendiamo.

Il pensiero, come l’anima, come spirito e materia sono tutte categorie dell’Unica Categoria dell’Esistente, Ciò Che E’.

Ciò che esiste, cioè la categoria dell’ESISTERE preesiste, così come il materiale ‘pensiero/energia’ di cui è formato il Tutto e ogni sua emanazione.

Ma per creare serve fantasia. La fantasia è espressione di un desiderio, un bisogno, un sogno, tutte necessità proprie solo di chi si sente incompleto.

Dio ebbe l’esigenza di guardarsi dentro, di diventare e di diventare consapevole di sé.

Si può guardare solo un altro o un riflesso in uno specchio.

Forse ciò originò una polarizzazione dell’ESISTENTE e due estremi che chiamiamo pure ‘materia’ e ‘spirito’ non separati ma che si guardano l’un l’altro ad una certa distanza e, fra loro, un’infinità di consistenze diverse di energia-pensiero-ESISTENTE.

Io credo che la nostra mente una volta arrivata al punto di poter formulare pensieri, abbia dato un nuovo corso alle forme dell’esistente.

Il Tutto, se crea forme limitate, le crea perfettamente tali, non le crea imperfette. Noi siamo perfetti così.

E' ciò che decidiamo di 'creare', vivere, che Gesù è venuto ad 'orientare' per evitarci l'errore di credere alla morte come ultimatum. Dobbiamo imparare a guardare con i sensi dell'anima e scoprire ciò che per lui, da Uomo-Dio, continuava ad essere più facile da non dimenticare perché connesso, di fatto, al Padre.

Ciò a cui dà forma ed esistenza Dio, ciò che crea, sono convinta che lo crei perfettamente adatto alla funzione da svolgere.

Noi e il nostro bagaglio di paure e desideri siamo fucine di forme e possibilità da realizzare.

Ma abbiamo bisogno di esserne consapevoli per poter collaborare coscientemente con la nostra fonte e ragione di vita.

Noi siamo ‘cosa buona’ già così.

Questo è venuto a dirci Gesù di nuovo.

 ""

“Maestro mio, come fu inventata la morte? Come fu inventato il male?”
  “Ascolta Tommaso. Dio è coppia: Sposa e Sposo. Tutto quello che è vivente è coppia. L’uomo credette uno ciò che era soltanto metà. Vide in Dio il Padre e rifiutò la Madre. Questo è l’errore diabolico. La Vita fu spezzata in due parti, il Bene e il Male. Una metà dell’Infinito Bene fu creduta il Male. Così anche l’uomo fu spezzato: si vergognò di una parte dei suoi pensieri e li nascose. Ecco, Tommaso, come fu perduto il Regno. Era il Regno della felicità, ma l’uomo non ne fu degno, perché amò il dolore e respinse la Saggezza. Da allora la Sposa soffre, lontana
dallo Sposo, e il Regno è vuoto. Hai capito perché è avvenuto questo?”
       “Si, mio dolce maestro. Perché, prima. Eravamo uno e poi siamo divenuti due.”
       “E ora che siete due, cosa dovete fare?  Cosa dovete fare?”
“Dobbiamo farci uno nello Spirito, ricostruendo con Te, che sei Amore, la perfetta trinità, perché Tu risiedi nel cuore delle coppie che sono nel Tutto”.

 E anche a ricordarci che la VITA e l’ESISTENZA non è una ‘religione’ né un’Ideologia: è la realtà. Che ciò che avviene sul piano fisico esteriore avviene anche su quello spirituale- interiore, perché l’uno dipende dall’altro, solo che rischiamo di dimenticare che ciò che non percepiamo con i sensi esiste.

 

""

Non capite che colui che ha creato la parte visibile delle cose, ne ha creato anche la parte invisibile? Non curate troppo la parte visibile del vostro recipiente, trascurando quella interna! Il Padre vi ha creato fuori e dentro. Una sera Gesù era molto triste e i suoi occhi erano perduti in un lontano futuro. Disse: “Mi faranno apparire amante del dolore e della sofferenza. Sento dire dovunque che il mondo è una valle di lacrime e che l’uomo è nato per soffrire. Nulla di più falso. Solo per la sua stupidità e per la sua visione limitata l’uomo si circonda di sofferenza. Il mio giogo è leggero come una ghirlanda di fiori e la mia autorità è dolce. Se seguirete la strada che vi indico, troverete una felicità che è come un albero sempre verde.

 Non dobbiamo reprimere la nostra limitatezza né fuggirla o aggirarla per entrare nel Regno, ma amarla e donarla a LUI perché è quello che Lui ama e ammira e desidera in noi.

***

Infine, perché Salomè?

La più cara discepola di Gesù, Salomè, gli disse:
—Sazzolòs, mio piccolo Maestro, facciamo anche oggi il
gioco degli indovinelli? Non mi hai ancora fatto una delle tue domande.
—Ti accontento subito; Salomè:
“Due amanti si abbracciano sul loro letto: chi dei due vivrà, chi invece morrà?
—Ho capito. Tu sei quello che resta, perché esci da Colui che è Eterno. Ma devo proprio essere io quella che muore? Non sono forse la tua discepola?
—Ascolta, Salomè. Se in te non vi saranno divisioni, sarai piena di Vita e non offrirai materiale alla morte.
—Allora, sul nostro letto, uno vivrà e l’altra vivrà…
—Sei in errore, Salomè. Se in te non vi è divisione non sarai separata da Me. Tu sarai Me.
—E allora, Maestro, sul letto resteranno i nostri corpi vuoti…
—Sei in errore. Non vi saranno corpi, perché ogni granellino della nostra carne sarà trasformato in Spirito.
Per me è presto, Maestro mio, solo tu sei capace di tanto.
Quindi io sono quella che muore. Ma ti raggiungerò, Sazzolòs, e sarò unita a te.. e torneremo ad abbracciarci, noi due.
—Sei ancora in errore, Salomè. Dovrai dire: noi “uno”.
Salomè sorrise e , accarezzando i capelli di Gesù , rispose , facendolo sorridere a sua volta:
“Si, Salomè!l""" (l'apostolo Tommaso)
da www.primovangelo.it/

 

Salomè, pur in un gioco dialettico, non si reputava degna dell’invito di Gesù a svanire nel tutto nel suo abbraccio, gli apostoli si addormentarono e non vissero con lui i momenti di angoscia nell’orto degli ulivi, nessuno gli chiese “portami con te amico/amore/figlio” mio!

Gli unici che gli chiesero portaci dove vai tu, non avevano capito molto, non sapevano di stargli chiedendo di morire e ‘dissolversi’ insieme a lui, e lui l’aveva capito.

Solo un ladrone, che già stava morendo con e come lui, si trovò nella condizione di poter essere consapevole di condividere la sua stessa morte (per lui era più facile) e ciò nonostante, non gli chiese ‘salvami’, ma portami con te.

E Gesù lo fece.

 Fossi io quella Salomè, di nuovo qui, (chissà? ;-)) vorrei poter rivivere quello stesso momento dell’indovinello e rispondere diversamente.

Stavolta, in questo preciso istante, pur amando e desiderando accompagnare la vita dei miei bambini insieme al mio compagno di vita-marito, gli direi:

“Gesù, adesso o quando sarà il momento, ovunque mi trovassi, non andartene senza di me.”

 Ma, sempre se fossi quella Salomè, saprei che difficilmente una proposta così esplicita e così inequivocabile perché fatta da un Gesù che puoi persino guardare dritto negli occhi e a cui poter fisicamente accarezzare i capelli, si potrebbe mai ripetere.

( MAI? Io pregai per questo e non avevo mai letto di Salomè.)

 —Tacendo e ascoltando la voce del Silenzio che parla dentro di voi, il Pensiero Vivente, vera preghiera, che crea e non ripete, che entra in voi ed è pura.

 

***

Grazie per aver letto fin qui, Mari.

Ora mi conosci un po’ meglio.

Sappi che molte cose che ho scritto qui, prima di conoscerti, non avrei saputo neanche da dove cominciare per provare a spiegarle.

Sottolineo ‘provare’, perché sono certamente contorte.

Ma le  parole sono ’povere e saccenti’ e io una ‘contorta’ di natura!!!!!

Grazie per la tua sentita

Grazie per la tua sentita testimonianza dove traspare un amore Vivo per Gesù.

 

Il Cristo regna nei cuori degli uomini in attesa di essere Sentito, e quando questo accade, quando l'uomo gli da orecchio, la vita si colora, l'anima si ristora alla Fonte dove LUI STESSO SI è dissetato...Il Padre è buono, il Padre è più grande di mè diceva sempre. Praticamente ci ha insegnato a guardare alla luna e non al dito..

Lui il meraviglioso Dito guida che ci indica, e sempre ci indicherà, il CREATORE.

In Cristo ho trovato il Sacro specchio in cui specchiare la mia vita, e vedo che anche per te è cosi. Non è meraviglioso ? {#emotions_dlg.thumbup}

Hai perfettamente ragione, non ci sono parole che possono trasmettere fedelmente il Sentire, ma tu sei stata molto chiara.

Il poeta dell'amore ci accompagnerà lungo il cammino del grande ritorno con la Sua umana comprensione da uomo- DIO, cosa desiderare di più?..

Possiamo solo cercare, attraverso le nostre opere quotidiane, di riflettere il Suo amore agli uomini che camminano sul pianeta che Egli stesso ha conosciuto, vissuto, sofferto, e tanto amato..

Buon lavoro nel Campo del Signore Salomè, che Dio ti benedica ..{#emotions_dlg.cuore}

Grazie per aver condiviso la tua fede e fiducia in Gesù.

marinella...{#emotions_dlg.big-hug}


" Possiamo solo cercare,

" Possiamo solo cercare, attraverso le nostre opere quotidiane, di riflettere il Suo amore agli uomini che camminano sul pianeta che Egli stesso ha conosciuto, vissuto, sofferto, e tanto amato.."

ho voluto rileggere questo post e mi sono resa conto dalla tua risposta quanto devo lavorare su questo.
Il primo e maggiore ostacolo fra tutti, a questo fine , è una certa facilità ad arrabbiarmi con le persone a me più vicine.
Spesso dimentico di fare proprio di loro il mio prossimo. Mi è più facile a scuola con gli alunni e con altri prossimi che occasionalmente incontro...

Tu sapresti spiegarmi perchè accade questo?

Posso solo dire che è un pò

Posso solo dire che è un pò per tutti cosi.. Con i nostri cari non abbiamo i freni inebitori cosi controllati, proprio perchè abbiamo confidenza e ci lasciamo trasportare dal sistema nervoso alterato. Nessuno è profeta in casa propria, ricordi? Con il tempo accadrà una specie di autocontrollo dato dalla consapevolezza che, proprio chi ci è cosi vicino, altro non sono che.... i nostri veri termometri emozionali. Tranquilla, fa parte del "gioco".{#emotions_dlg.thumbup}

Un abbraccio di {#emotions_dlg.cuore}...Marinella

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