L'illusione dell'orgoglio religioso..L'orgoglio religioso purificato partorisce persone sante che si sforzano di vivere in Grazi

L'illusione dell'orgoglio religioso

La grande stima di sé produce orgoglio. L'orgoglio in principio è istinto di conservazione, in seguito dignità, riconoscere l'immenso valore del tesoro dello Spirito. Il puntiglio, l'amor proprio, la dignità di Sé è indispensabile per ricordare la sacralità della vita che siamo, per riparare i guasti che la sfiducia e l'insicurezza provocano negli inevitabili errori di cammino verso il ritorno a Casa. Ma l'orgoglio è tanto prezioso quanto delicato, va adoperato con massima cura. Per non fare di un'essenza vitale un veleno mortale.


L'uomo viene al mondo ricevendo in eredità la sua parte di tesoro spirituale. Esso è custodito da un curatore di fiducia. Il primo compito del curatore è conservare la dote affidatagli fino a quando, per diritto conseguito, il legittimo erede non ne entrerà in possesso. Il secondo compito, data la sua competenza, quello di affiancare e consigliare l'erede, ancora inesperto, nell'amministrare i valori. Il curatore è l'Anima, l'erede la Personalità.


L'uomo che ascolta l'Anima si esercita con profitto, conosce poco alla volta la forza interiore di cui è dotato, si sente crescere dentro e si espande in coscienza. Abbraccia il mondo e percepisce cos'è l'Amore. Ma deve vincere l'impazienza, l'attesa, la prepotenza, la tentazione di ereditare prima del tempo, di sentirsi ciò che ancora non è. Quando vi riesce compiutamente, non dimentica più il valore della Vita, riconosce l'autorità dell'Anima. Egli scopre di identificarsi con Lei, di essere l'Anima. Ciò significa che l'orgoglio spirituale, la parte migliore della Sua eredità, è stato valorizzato e non rovinato.

NAMASKAR! Saluto la Divinità che è in te!
L'orgoglio religioso è una degenerazione di quello spirituale, come tale va controllato, come una sorta di peccato originale, va lavato e restituito alla Sua purezza.
Quando l'uomo entra in possesso della Conoscenza senza aver acquisito la necessaria Coscienza è incapace di gestire i Suoi talenti. Egli li vede svanire uno ad uno, la sua debolezza ne svilisce il valore. vinto dalla presunzione non sa farsi umile e chiedere aiuto al Buon senso. Egli va così in giro povero con la fierezza ipocrita di chi si crede ricco. Parafrasando Aurobindo, tutto è aiuto e tutto è ostacolo: nel dualismo chi trova l'equilibrio ha unito la coppia in Uno, chi non lo raggiunge oscilla vertiginosamente.
L'orgoglio religioso purificato partorisce persone sante che si sforzano di vivere in Grazia di Dio. Queste persone hanno il merito di nutrirsi alla Fonte dell'insegnamento svelato e non a quella dei dogmi. Crescere con l'orgoglio religioso quindi si può ma il discernimento è indispensabile. La fede fu l'aiuto, la fede fu l'ostacolo; la ragione fu l'aiuto, la ragione fu l'ostacolo.


Come il colesterolo prodotto fisiologicamente, che lubrifica naturalmente le arterie permettendo alla vita di fluire, indurisce se appesantito dal cattivo nutrimento, così la stima per ciò che si crede, l'orgoglio religioso, produce danni se non trova conforto all'ombra dell'anima. I credenti che indicano il cammino senza conoscerlo ma che parlano come se lo conoscessero; i sacerdoti che lodano i santi nelle commemorazioni con insospettato fervore ora che da morti non costituiscono più per loro ciò che erano da vivi: uno scomodo esempio; il fervore di pulpito di chi spiega con mille definizioni le virtù del silenzio, della semplicità, della rinuncia e che pur sapendo di non saper rinunciare neanche al superfluo indica agli altri la strada maestra del sacrificio.

Le persone che, per loro stessa ammissione, hanno sempre vissuto ignari nel peccato, si dichiarano poi folgorati dalla fede e imbracciano la scure della conversione per andare a caccia del prossimo da redimere; le persone che per fede guardano con sospetto tutti coloro che non sono come loro; coloro che affermano la chiarezza dei Comandamenti e li traducono con fiumi tortuosi di parole per giustificare la propria mancata coerenza.

Le moltitudini che si nutrono di devozione svuotando il messaggio dei santi; coloro che invocano la luce degli Eletti dimenticando di accendere il proprio di Lume. Questi, sono solo alcuni esempi di orgoglio religioso degenerato. Invocare Dio, Padre e Madre, per gli interessi propri, della propria famiglia, della propria nazione o Regno dimenticando gli interessi degli altri, delle altre famiglie, delle altre nazioni e degli altri Regni di Natura, spargere sangue nelle guerre di Religione, banchettare nelle ricorrenze religiose con la carne dei fratelli più deboli e con le parole di Dio, è forse l'uso peggiore che si possa fare dell'orgoglio religioso.

Proclamare la Fratellanza Universale, riconoscere il valore delle altre Fedi a patto che si proclami che la propria è comunque l'unica a portare alla Salvezza è forse il modo più meschino di nutrire l'orgoglio religioso. Credersi, come esseri umani, al centro dell'Universo sapendo di vivere in un angolo di periferia è sicuramente il più patetico.

L'orgoglio religioso è il peccato di chi s'illude che la conoscenza delle cose dello spirito gli consenta di porsi in una posizione privilegiata rispetto agli altri perché crede di possedere la chiave per poter rivolgersi direttamente a Dio a differenza delle altre persone che, per questo, necessitano del suo tramite. Queste persone non capiscono che ogni cuore fertile può farlo, senza necessità di delegare nessuno per questo.

E' difficile pensare ad un concetto di Orgoglio Religioso, presumibilmente si concretizza in quello stato d'animo tendente a perseguire con fierezza e determinazione quelli che sono gli ideali di un pensiero religioso, farsi portavoce di concetti in cui si crede, e vedere in questi delle verità assolute.

Sono orgoglioso di ESSERE.
E questo dovrebbe bastare a compenetrare la nostra religiosità. Ma l'Uomo non sempre riesce a sublimare, ad equilibrare le proprie potenzialità: ecco allora che esasperando l'aspetto "YIN" dell'orgoglio si sbilanciano i nostri fragili equilibri che ci portano umanamente a combattere con noi stessi ma soprattutto con la Vita che ci circonda in nome dei nostri falsi idoli. Questo muro che l'Uomo riesce a costruire intorno a sé lo inibisce a condividere con qualunque Forma di Vita il mistero dell'Esistenza, a capire chi, secondo il proprio grado evolutivo, cerca di comprendere perché vive.


Soltanto prendendo coscienza che non siamo soli, che viviamo in una Grandiosa Idea e che perciò non siamo per noi stessi, che non viviamo in funzione delle nostre tradizioni, delle nostre superstizioni, delle nostre paure, allora soltanto allora potremo veramente sentirci sicuri di essere realmente ORGOGLIOSI di ESSERE. Pace e Volontà.

Fonte: Associazione Pax Cultura

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