Gurdjieff: sull’essenza e la personalità
Gurdjieff: sull’essenza e la personalità
Gurdjieff a San Pietroburgo
“Noi qui ricordiamo che l’uomo è costituito da due parti: essenza e personalità. L’essenza è ciò che è suo. La personalità è ‘ciò che non è suo’. ‘Ciò che non è suo’ significa: ciò che gli è venuto dall’esterno, quello che ha appreso, quello che riflette; tutte le tracce di impressioni esteriori rimaste nella memoria e nelle sensazioni, tutte le parole e tutti i movimenti che gli sono stati insegnati, tutti i sentimenti creati dall’imitazione, tutto questo è ‘ciò che non è suo’, tutto questo è la personalità.
Il bambino non ha ancora personalità. Egli è ciò che è realmente. Egli è essenza. I suoi desideri, i suoi gusti, ciò che gli piace, che non gli piace, esprimono il suo essere così com’è. Ma allorché interviene ciò che si chiama ‘educazione’, la personalità comincia a crescere. La personalità si forma in parte sotto l’azione di influenze intenzionali, vale a dire dell’educazione, e in parte per l’imitazione involontaria degli adulti da parte del bambino.
L’essenza è la verità nell’uomo; la personalità è la menzogna. Ma, man mano che la personalità cresce, l’essenza si manifesta sempre più raramente, sempre più debolmente; sovente l’essenza si arresta nella sua crescita ad un’età molto tenera e non può più crescere. Accade spesso che lo sviluppo dell’essenza di un uomo adulto, anche di un uomo molto intelligente o, nel senso corrente della parola, molto colto, si sia fermata come sviluppo al livello di un bambino di cinque o sei anni. Questo significa che tutto ciò che vediamo in quest’uomo, in realtà non è suo. Ciò che è suo, ciò che gli è proprio, ossia la sua essenza, si manifesta normalmente soltanto nei suoi istinti e nelle sue emozioni più semplici.
L’essenza ha maggiori possibilità di svilupparsi in uomini che vivono a stretto contatto con la natura, in difficili condizioni, in costante lotta e pericolo. Ma, come regola generale, la personalità di tali uomini è assai poco sviluppata. Essi hanno molto di ciò che ‘è veramente loro’, ma sono quasi del tutto sprovvisti di ciò che ‘non è loro’, in altri termini, mancano di educazione e di istruzione, mancano di cultura. Anche la personalità è utile a suo modo, ma dobbiamo essere noi a controllarla per affrontare la vita e le sue necessità. Non il contrario. Non ci rendiamo conto che tutta la nostra vita, tutto ciò che chiamiamo civiltà, scienza, filosofia, arte, politica, sono creazioni della personalità, cioè di tutto ciò che nell’uomo ‘non è suo’. “
“Nel lavoro su di sé vi è un momento molto importante: quello in cui l’uomo incomincia a distinguere tra la sua personalità e la sua essenza. Il vero ‘Io’ di un uomo, la sua individualità, può crescere solo a partire dalla sua essenza. Si può dire che l’individualità di un uomo, è la sua essenza divenuta adulta, matura. Ma per consentire all’essenza di crescere è innanzitutto indispensabile attenuare la pressione costante che la personalità esercita su di essa, perché gli ostacoli alla crescita dell’essenza sono contenuti nella personalità.”
“Per di più, accade talvolta che l’essenza di un uomo muoia mentre la sua personalità e il suo corpo rimangono vivi. Una considerevole percentuale delle persone che vediamo nelle strade di una grande città sono interiormente vuote; in realtà, esse sono già morte. Per nostra fortuna non vediamo tutto questo e non ne sappiamo nulla. Se sapessimo quanti uomini sono già morti e quanto numerosi sono questi cadaveri che governano le nostre vite, lo spettacolo di questo orrore ci farebbe perdere la ragione. Ma nello svolgersi normale delle cose, tutto è sistemato in modo tale che nessuno può vedere qualcosa prematuramente.
La personalità vede solo ciò che ama vedere e che non è in contrasto con la sua esperienza. Essa non vede mai ciò che non le piace. Questo è allo stesso tempo bene e male. È un bene per l’uomo che vuoi dormire, è un male per l’uomo che vuole svegliarsi”. “
“Inoltre, è importante ricordare che noi non possediamo un’Individualità indivisibile e cosciente, donata dalla natura. E’ possibile acquisirla, ma al prezzo di grandi fatiche. Al momento, siamo governati da tanti piccoli “io” che reagiscono alle circostanze della vita e che non hanno nulla a che vedere con ciò che siamo realmente. Noi non sappiamo vedere quanto i differenti ‘io’ che compongono la nostra personalità sono contraddittori e ostili gli uni agli altri. Se un uomo potesse sentire tutte queste contraddizioni, percepirle con la sua essenza, sentirebbe ciò che è realmente.
“In questa situazione, un uomo e una donna, da soli, non potranno andare lontano. Un gruppo di Lavoro è abitualmente un patto concluso tra gli “Io” reali di un certo numero di persone per ingaggiare insieme la lotta contro tutti i piccoli “io” di cui si è parlato, e cioè contro le loro ‘false personalità’. “
“È molto importante che voi tutti lo capiate, soprattutto riguardo voi stessi, perché i vostri personali punti di vista su voi stessi sono indotti dai numerosi “io” che ci caratterizzano, e questi “io” sono governati dalla falsa personalità. La falsa personalità è l’Ego, l’amor proprio, l’orgoglio, le emozioni negative e molte altre cose. Quando ci dimentichiamo di noi stessi, quando diventiamo meccanici, la nostra essenza e la nostra personalità sono indebolite dalla falsa personalità.”
“Mi spiego meglio: il carattere di ogni uomo presenta un aspetto che gli è centrale, paragonabile a un asse attorno al quale ruota tutta la sua ‘falsa personalità’. Il lavoro personale di ogni uomo deve essenzialmente consistere in una lotta contro questo difetto principale. La lotta contro il ‘falso Io’, contro la caratteristica o il difetto principale è la parte più importante del lavoro, ma questa lotta deve tradursi in atti, non in parole.
A questo scopo il maestro da ad ognuno dei compiti ben definiti che richiedono, per essere condotti a buon fine, la vittoria sul proprio aspetto caratteristico. Allorché un uomo impegna sé stesso nell’adempimento di questi compiti, egli lotta con sé stesso, lavora su sé stesso.”
“Per concludere, la personalità si nasconde dietro l’essenza, e l’essenza si nasconde dietro la personalità; così si coprono a vicenda. Come è possibile dunque separare l’essenza dalla personalità? Come separare ciò che ci appartiene da ciò che non ci appartiene?
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