l Grande Viaggio dall'osservare alla Non-Mente

 

Il Grande Viaggio dall'osservare alla Non-Mente 

Quello della meditazione è un lungo pellegrinaggio...

Un raro brano di Osho apparso su Osho Times n. 258

 

Osho

Domanda: Osho, in che modo l’osservare conduce alla non-mente? Riesco sempre di più a osservare il mio corpo, i miei pensieri e le mie emozioni, ed è bello. Ma i momenti di assenza di pensieri sono pochi e rari. Quando ti sento dire che ‘la meditazione è l’essere testimoni’, sento di capire. Ma quando parli della non-mente, non mi sembra affatto una cosa facile. 

Osho: Quello della meditazione è un lungo pellegrinaggio. Quando dico che ‘la meditazione è essere testimoni’, si tratta dell’inizio della meditazione. E quando dico che ‘la meditazione è non-mente’, si tratta del compimento del viaggio. L’essere testimoni è l’inizio e la non-mente è il compimento. L’essere testimoni è il metodo per raggiungere la non-mente. È naturale che tu senta che l’essere un testimone è più facile, è più vicino a te.
Ma l’essere un testimone è proprio come un seme, occorre un lungo periodo d’attesa. E non solo di attesa, ma di fiducia che questo seme germoglierà, diventerà una pianta; un giorno arriverà la primavera e la pianta fiorirà. La non-mente è l’ultimo stadio della fioritura. Piantare il seme è ovviamente più facile: dipende da te. Ma la fioritura è al di là di te. Tu puoi preparare il terreno, ma i fiori giungeranno al loro momento, non puoi far nulla per obbligarli a fiorire. La primavera è al di fuori della tua portata, ma se i tuoi preparativi sono perfetti, la primavera arriva; è assolutamente garantito.
Il modo in cui ti stai muovendo va benissimo. L’essere un testimone è il sentiero e stai cominciando ad avvertire, una volta ogni tanto, momenti di assenza di pensiero. Questi sono assaggi della non-mente... ma solo momentanei.
Ricorda una legge fondamentale: ciò che può esistere per un momento, può anche divenire eterno. Non ti vengono mai dati due momenti alla volta, sempre e solo un momento per volta. E se riesci a trasformare un momento in uno stato di assenza di pensiero, stai imparando il segreto. Allora non ci saranno ostacoli, non ci sarà un motivo che ti impedisca di trasformare anche il secondo momento che, come il primo, verrà da solo, con il medesimo potenziale, la medesima capacità.
Se conosci il segreto, hai nelle mani la chiave maestra capace di trasformare ogni momento in un assaggio di non-mente. La non-mente è lo stadio finale, quando la mente svanisce per sempre e l’assenza di pensieri diventa la tua realtà intrinseca. Se questi brevi momenti arrivano, significa che sei sulla strada giusta e che stai usando il metodo giusto.
Ma non essere impaziente. L’esistenza richiede immensa pazienza. I suoi misteri supremi si rivelano solo a chi ha immensa pazienza.

Quando un uomo è in uno stato di non-mente, niente lo può distrarre dal suo essere. Non esiste potere più grande del potere della non-mente. A una persona così non può essere fatto alcun male.
In lui non possono sorgere né attaccamento, né avidità, né gelosia. 
La non-mente è un cielo assolutamente terso, privo di nuvole.
Tu dici: “In che modo l’osservare conduce alla non mente?” 
Esiste una legge intrinseca: i pensieri non hanno vita propria. Sono dei parassiti; vivono della tua identificazione con loro. Quando dici: “Sono arrabbiato,” stai riversando energia vitale nella rabbia, perchè ti stai identificando con la rabbia.
Ma quando dici: “Sto osservando la rabbia che passa sullo schermo della mente dentro di me,” non stai dando più vitalità, linfa vitale, energia alla rabbia.  E riuscirai a vedere che poichè non sei identificato, la rabbia è del tutto impotente, non ha alcun impatto su di te, non ti cambia, non ha alcuna influenza. è del tutto vuota, priva di vita. Passerà, lasciando il cielo pulito e lo schermo della mente vuoto.
A poco a poco comincerai a staccarti dai tuoi pensieri. Il processo dell’essere un testimone e dell’osservare è tutto qui. In altre parole... George Gurdjieff la chiamava non-identificazione, non sei più identificato con i tuoi pensieri. Te ne stai semplicemente in disparte, distaccato, indifferente, come se si trattasse dei pensieri di qualcun altro. Solo così li puoi osservare.
L’osservazione richiede una certa distanza. Se sei identificato, non c’è distanza, sei troppo vicino. è come se mettessi lo specchio troppo vicino agli occhi: non puoi vedere il tuo volto. Ci vuole una certa distanza; solo così puoi vedere il tuo volto allo specchio.
Se i pensieri ti sono troppo vicini  non puoi osservare, vieni segnato, colorato dai tuoi pensieri. La rabbia ti rende arrabbiato, l’avidità ti rende avido, la lussuria ti rende lussurioso, perchè non c’è alcuna distanza, ti sono così vicini che non puoi fare a meno di pensare che tu e i tuoi pensieri siete una cosa sola. L’osservare distrugge questa unità e crea una separazione. Più osservi, più grande è la distanza; più grande è la distanza e meno energia i pensieri ricevono da te, e non avendo altra fonte presto inizieranno a morire, a svanire. In questi momenti di assenza avrai i primi assaggi di non-mente. E li stai già sperimentando. Tu dici: “Riesco sempre di più a osservare il mio corpo, i miei pensieri e le mie emozioni, ed è bello”. Questo è solo l’inizio. Anche l’inizio è bellissimo. Il semplice trovarsi sulla via giusta, perfino senza intraprendere neppure un passo, ti dona una gioia immensa, priva di motivazioni, e una volta avviato sulla strada giusta, la tua beatitudine, la bellezza della tua esperienza diverranno sempre più profonde, sempre più vaste, con nuove sfumature, nuovi aromi, nuove fragranze. Tu dici: “Ma i momenti di assenza di pensieri sono pochi e rari.” È una grande conquista, perché normalmente le persone non conoscono neppure una singola interruzione, per i loro pensieri è sempre ora di punta. Pensieri su pensieri, in coda, appiccicati gli uni agli altri. E la coda continua, sia che tu sia sveglio, sia che tu dorma. Quelli che tu chiami sogni non sono che pensieri in forma figurata. Perchè l’inconscio non conosce il linguaggio alfabetico, l’inconscio è molto primitivo, è simile a un bambino piccolo. 
Ciò che senti è una chiara indicazione che sei sulla strada giusta. Il ricercatore si pone sempre la domanda se sta andando nella direzione giusta o no. E non c’è alcuna sicurezza, assicurazione, garanzia. Tutte le dimensioni sono aperte; come farai a scegliere quella giusta?
Questi sono i modi e i criteri per scegliere. Se segui una via, una metodologia che ti dà gioia, maggiore sensibilità, maggiore consapevolezza e ti dà un senso di immenso benessere,  questo è il solo criterio per dirti che sei sul sentiero giusto. Se diventi più infelice, arrabbiato, egoista, avido, bramoso... queste sono indicazioni che sei sul sentiero sbagliato.

Sulla via giusta la tua beatitudine cresce ogni giorno di più, e le tue esperienze di bellezza diventeranno straordinariamente psichedeliche, pie­ne di co­lore... colori che non hai mai visto al mondo, profumi che mai  hai senti­to. Allora potrai proseguire su quel sen­tiero senza paura alcuna di sbagliare.
Queste esperienze interiori ti manterranno sulla via giusta. Ricorda solo che se vanno crescendo, significa che ti stai muovendo. Ora tu hai solo brevi momenti di assenza di pensiero... Non è una cosa da niente; è una realizzazione importante, perché le persone non conoscono neppure un singolo momento di assenza di pensieri in tutta la vita.
Queste pause cresceranno.
Man mano che diventi più centrato, più attento, queste pause diverranno sempre più grandi. E non è lontano il giorno in cui, se prosegui senza guardarti indietro, senza deviare, se prosegui diritto, non è lontano il giorno in cui per la prima volta sentirai che queste pause sono diventate così grandi che le ore passano e non sorge neppure un pensiero. Ora avrai esperienze ancora più vaste di non-mente.
La realizzazione suprema accade quando sei circondato dalla non-mente ventiquatt’ore su ventiquattro.
Ciò non significa che non potrai più usare la mente; questa è una falsità, diffusa da chi non sa nulla della non-mente. Non-mente non significa che non puoi usare la mente: significa semplicemente che la mente non può usarti.
Non-mente non significa che la mente viene distrutta. Non-mente significa solo che la mente viene messa da parte. In qualunque momento hai bisogno di comunicare con il mondo, la puoi mettere in azione. Sarà il tuo servitore. Ora è il tuo padrone. Anche quando sei seduto da solo continua con il suo bla bla, il suo chiacchiericcio, e tu non puoi fare nulla, sei del tutto impotente.

Non-mente significa solo che la mente è stata messa al suo posto. Come servitore è uno strumento prezioso; come padrone è una calamità. È pericolosa. Può distruggere la tua vita. La mente è solo uno strumento utile quando vuoi comunicare con gli altri. Quando sei da solo, non hai però bisogno della mente, quando la vuoi usare, la puoi usare.
E ricorda un’altra cosa: quando la mente rimane in silenzio per ore, diventa fresca, giovane, più creativa, più sensibile, rivitalizzata dal riposo.
Le menti delle persone normali iniziano attorno ai tre-quattro anni di età e poi continuano fino a settant’anni, ottant’anni, senza neanche una vacanza. Ovviamente non possono essere molto creative. Sono stanchissime, e stanche di un mucchio di sciocchezze. Milioni di persone al mondo vivono senza creatività. La creatività è una delle esperienze più gioiose. Ma le loro menti sono stanche... non sono in uno stato di energia traboccante.
L’uomo della non-mente, tiene a riposo la mente, colma di energia, immensamente sensibile, pronta a entrare in azione nel momento in cui le viene ordinato. Non è una coincidenza che le persone che hanno sperimentato la non-mente... le loro parole iniziano a possedere una loro magia; quando usano la mente, essa ha carisma, possiede una forza magnetica. Ha un’immensa spontaneità e la freschezza della rugiada mattutina, prima che sorga il sole. E la mente è lo strumento di espressione e creatività più raffinato creato dalla natura. Per cui l’uomo di meditazione, o in altre parole l’uomo della non-mente, trasforma anche la prosa in poesia. Senza sforzo alcuno, le sue parole sono così cariche di autorità che non hanno bisogno di alcuna dimostrazione. Sono autoevidenti. 
La forza che trasmettono diventa verità autoevidente. Non hanno alcun bisogno del sostegno della logica, o delle scritture. Le parole di un uomo della non-mente posseggono una certezza intrinseca. Se sei pronto a riceverle e ad ascoltarle, lo sentirai nel tuo cuore.
È verità autoevidente. 

Osserva ciò che è accaduto nei secoli: Gautama il Buddha non è mai stato contraddetto da un suo discepolo, e neppure Mahavira, né Mosè o Gesù. Nelle loro parole c’era qualcosa, nella loro semplice presenza c’era qualcosa che convinceva. Senza alcuno sforzo da parte loro, potevano convertire. Nessun grande maestro è stato un missionario, non hanno tentato di convincere nessuno, eppure hanno convertito milioni di persone.
È un miracolo, ma il miracolo consiste in una mente riposata, in una mente che è sempre piena di energia e viene usata solo ogni tanto. 
Quando vi parlo, devo usare la mente. Quando me ne sto seduto nella mia stanza tutto il giorno, dimentico del tutto la mente. Sono puro silenzio... e nel frattempo la mente si riposa. Quando vi parlo, quelli sono i soli momenti in cui uso la mente. Quando sono solo, sono totalmente solo, e non ho alcun bisogno di usare la mente.
Tu dici: “Quando ti sento dire che ‘La meditazione è l’essere testimoni,’ sento di capire. Ma quando parli della non-mente, non mi sembra affatto una cosa facile.”
Come può sembrarti facile? - è la tua potenzialità futura. La meditazione l’hai cominciata; forse è solo agli stadi iniziali, tuttavia hai una certa esperienza che ti permette di capirmi. Ma se puoi capire la meditazione, non preoccuparti.
La meditazione conduce sicuramente alla non-mente, proprio come ogni fiume si muove verso l’oceano, senza alcuna mappa, senza alcuna guida. Ogni fiume, senza eccezioni, alla fine raggiunge l’oceano. Ogni meditazione, senza eccezioni, alla fine raggiunge lo stato di non-mente.
Ma naturalmente, quando il Gange è sull’Himalaya e scorre tra le montagne e le valli, non ha alcuna idea di che cosa sia l’oceano, non può neppure concepire l’esistenza dell’oceano, però si muove verso l’oceano, perchè l’acqua ha la capacità intrinseca di trovare sempre il posto più basso. 
E l’oceano è il posto più basso... e così i fiumi nascono sui picchi himalaiani e iniziano immediatamente a muoversi verso il basso, e alla fine trovano l’oceano.

Il processo della meditazione è esattamente l’opposto: si muove verso l’alto, verso vette più alte, e la vetta suprema è la non-mente. Non-mente è una parola semplice, ma in realtà significa illuminazione, liberazione, libertà da ogni legame, esperienza di assenza di morte, di immortalità.
Queste sono parole grosse e non voglio spaventarti, per cui uso una parola semplice, non-mente. Tu conosci la mente... e puoi immaginare uno stato in cui questa mente non funziona.
Quando questa mente cessa di funzionare, tu diventi parte della mente cosmica, la mente universale. Quando sei parte della mente universale, la tua mente individuale diventa un ottimo servitore. Ha riconosciuto il padrone, e porta notizie dalla mente universale a coloro che sono ancora legati alla mente individuale.
Quando vi parlo, in realtà è l’universo che mi sta usando. Le mie parole non sono le mie parole; appartengono alla verità universale. Questo è il loro potere, questo è il loro carisma, è questa la loro magia. 

Tratto da: Osho, Satyam Shivam Sundaram #7

 

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