PARTE OTTAVA....Le sette Leggi Universali - 7
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Le 7 Leggi Ermetiche
Ermete Trismegisto, il tre volte grande, è un personaggio leggendario dell’età ellenistica. Non vi sono dati certi su di lui, ma la sua figura è tramandata nei secoli. A volte si parla di lui come di una divinità, altre volte è considerato come un uomo, venerato come maestro di sapienza. Si dice che sia l’autore del Corpus hermeticum, un insieme di leggi di carattere filosofico-metafisico. A lui fu successivamente attribuita la fondazione di quella corrente filosofica nota come ermetismo.
Ermete fu fin dall’antichità accostato a Thot, un dio presente nella tradizione egizia. Sia Thot che Ermete si racconta siano stati al servizio di una divinità superiore: Thot era lo scriba di Osiride, mentre Ermete era considerato il messaggero di Zeus. Sia Ermete che Thot sono inoltre, nelle loro rispettive culture, gli dèi della parola, della scrittura e della magia. Ermete Trismegisto è stato considerato come il dio rivelatore della verità e mediatore tra gli uomini e gli dei. Si tramanda che l’intera filosofia di Ermete Trismegisto si basa su Le sette leggi cosmiche e pare che fossero scritte su lavagne di smeraldo, anche se queste non sono mai state ritrovate. Queste leggi sono state rivelate ad Ermete Trismegisto, secondo il quale sono eterne e immutabili. Sopra tutte le leggi vi è l’Amore e la Grazia di Dio che può trascendere tutte le leggi.
I. IL PRINCIPIO DELLO SPIRITO o del mentalismo
“Tutto è spirito. La fonte di tutto è infinito spirito creatore che permea tutte le cose visibili”.
Il primo principio recita che la fonte di tutto è spirito e che tutto è spirito.
Sebbene invisibile e indefinito, lo spirito può essere considerato come un’intelligenza suprema, universale, infinita. Amorevole e vivente. Immensa e incommensurabile. Onnipotente e onnipresente.
Quella che nella maggior parte delle culture viene chiamata Dio.
Lo spirito è considerato una mente creatrice e tutte le cose sono sue creature.
Tutto quello che noi vediamo e tocchiamo, cioè la realtà manifesta è stata creata da uno spirito superiore che permea tutte le cose. Pertanto, tutte le cose sono un’emanazione dello spirito e lo spirito è all’interno di esse.
La prima legge è chiamata anche la legge della Creazione.
Essendo fatto ad immagine e somiglianza dello spirito creatore anche l’uomo è in grado di creare, sia con il pensiero, manifestando quello che pensa, sia con il fisico, dando vita ad ulteriori creature umane. I nostri pensieri si manifestano nel corpo, nell’ambiente circostante e nelle situazioni della vita. Più la mente creatrice dell’uomo è focalizzata su pensieri brutti e disarmonici più produrrà nella realtà bruttezza e disarmonia, al contrario generando pensieri belli e armonici sarà in grado di manifestare nella realtà bellezza e armonia.
Non siamo dunque puniti da un’entità esterna per i nostri pensieri, ma siamo puntiti dai nostri stessi pensieri. E’ l’insieme dei pensieri a determinare tutto quello che ci accade e ci circonda. Non siamo dunque in balia delle circostanze della vita, ma ne siamo parte creatrice. Allo stesso modo non siamo scollegati dal mondo esterno, ma facciamo parte di un unicum.
Lo spirito libero e creatore non è un’entità fuori di noi, ma un’entità all’interno di noi di cui l’uomo è solo una piccolissima parte.
Prendendo coscienza e consapevolezza di questo l’uomo può fondersi con lo spirito universale e diventarne parte.
Tutto l’Universo quindi, è una creazione mentale del Tutto ed è permeato da questa intelligenza suprema che tutto unisce e tutto lega. Tutto è Uno.
La creazione è determinata da leggi ben precise, che regolano tutto il creato. Sia considerata nella sua totalità che considerata in ogni singola parte, tutta la creazione esiste nella mente del Tutto e risponde alle stesse leggi, che sono alla base di tutto il creato. Queste leggi non conoscono sosta, funzionano in ogni momento e per ogni cosa e sono funzionali per mantenere l’ordine e l’armonia
Le sette Leggi Universali - 1 - Legge di Creazione
II. IL PRINCIPIO DELLA CORRISPONDENZA O DELL’ANALOGIA
“Come è sopra, così è sotto e come è sotto, così è sopra.
Come è dentro, così è fuori e come è fuori, così è dentro.
Come nel grande, così nel piccolo e come nel piccolo così nel grande”.
Tra le diverse leggi e i diversi piani di vita, c’è sempre una corrispondenza.
La legge dell’analogia si applica nello stesso modo al piano materiale, mentale e anche spirituale. Se si agisce sul piano materiale, vi sarà una corrispondenza sul piano mentale. Così se si agisce sul piano mentale via sarà corrispondenza sui piani più sottili, e viceversa. Anche se al di sopra della nostra portata vi sono molti piani d’essere che spesso non conosciamo, con l’applicazione di questo principio della corrispondenza, possiamo scoprirne molti lati che altrimenti ne rimarrebbero oscuri. Con la conoscenza di questa legge si può passare dal noto all’ignoto e viceversa, così come si possono risolvere molti paradossi e misteri della natura. Un po’ come accade con i principi geometrici, in base ai quali si possono misurare da lontano le dimensioni di stanze e movimenti di pianeti.
Considerando anche che quello che è dentro è fuori e fuori è dentro, la legge ci invita a scoprire che il nostro mondo esteriore non è altro che il nostro mondo interiore che si palesa. L’esterno è lo specchio dell’interno e l’interno lo specchio dell’esterno. Se noi facciamo dei cambiamenti all’interno di noi, tutto il mondo attorno a noi cambia.
Allo stesso modo, della legge l’enunciato che recita che nel grande è contenuto il piccolo e nel piccolo il grande, ci permette di capire la visione ologrammatica dell’universo. Prendendo ad esame ogni più minuscola parte possiamo vedere l’intero e l’interezza è formata da ogni singola parte.
Per analogia l’uomo può comprendere Dio, comprendendo sé stesso.
Le sette Leggi Universali - 2 - Legge di Analogia e Corrispondenza
III. IL PRINCIPIO DELLE VIBRAZIONI E DELLA RISONANZA
“Niente è in quiete. Tutto è in perenne movimento. Tutto vibra”.
Tutto è in perenne movimento. Ogni cosa vibra. Così il mondo materiale, così la mente, così lo spirito. La scala evolutiva include diverse gradazioni delle frequenze. I diversi stati vibrazionali spiegano le varie manifestazioni.
“Anche ciò che sembra inerte come una pietra possiede una certa frequenza vibrazionale” Pitagora.
Tutto vibra, dalle forme più rozze di materia fino al Tutto, lo spirito assoluto. Più alta è la vibrazione tanto più elevata la posizione sulla scala della spiritualità. Lo Spirito poi, vibra così intensamente che sembra in pieno riposo, proprio come una ruota, gira a volte tanto velocemente da sembrare ferma. Dunque, tutto nell’universo è in continuo movimento e la quiete e la stabilità è solo apparente. Di conseguenza tutto è sempre in continuo mutamento e trasformazione.
Enunciata accanto al principio delle vibrazioni è il principio della risonanza.
Vibrazioni simili risuonano allo stesso modo. Esse si attirano e si amplificano, mentre vibrazioni differenti si respingono.
Le vibrazioni entrano in risonanza tra di loro. Pensieri negativi attraggono altri pensieri negativi che ingigantendosi, possono portare persino alla depressione e conseguentemente alla morte. Pensieri luminosi attirano altri pensieri luminosi che portano verso la bellezza e l’armonia. Questa legge è anche chiamata legge delle affinità.
La legge della vibrazione evidenzia la possibilità di intervenire sui livelli inferiori di manifestazione per produrre le trasformazioni che desideriamo.
Niente di quello che è creato si trova fuori dell’Amore Divino (la Vibrazione suprema). Tutto è pervaso per l’eternità del suo amore, che ogni essere percepisce secondo il livello di evoluzione.
Le sette Leggi Universali - 3 - Legge di Vibrazione
IV.LA LEGGE DELLA POLARITA’ (Attrazione o Repulsione)
“Tutto ha due poli. Tutto possiede una sua controparte”.
Per ogni cosa c’è la sua coppia di opposti. Gli opposti sono identici per natura e differiscono solo di grado. Così gli estremi si toccano. Nello stesso tempo ogni cosa è e non è. Come il caldo e il freddo, consistendo la loro diversità solo in differenza di grado, sono in realtà identici, sebbene opposti. Non esiste caldo e freddo in assoluto. Caldo e freddo rispetto a cosa? Sia l’uno che l’altro temine rappresentano i diversi gradi della stessa cosa, che a sua volta non è che una variante ed un grado di vibrazione. Per cui dire caldo o freddo non è altro che riferirsi ai due poli di una stessa cosa, in questo caso della temperatura. Anche nel caso della luce e dell’oscurità vale lo stesso principio: esse sono uguali, consistendo la loro differenza nella diversità di grado che si manifesta tra i due estremi di uno stesso fenomeno. Chi può dire infatti, dove termina il buio e ha inizio la luce? Dove termina la notte ed ha inizio il giorno? Se entriamo ad esempio in una stanza priva di luce, essa non sarà mai completamente buia.
Allo stesso modo la differenza tra bianco e nero, acuto e ottuso, movimento e quiete è solo una differenza di polarità.
Questo vale sul piano mentale, così come sul piano sentimentale.
Prendiamo ad esempio l’amore e l’odio: noi li consideriamo due sentimenti in antitesi tra loro. Eppure, è facilmente sperimentabile che una persona che si ama follemente può successivamente essere odiata allo stesso modo e non è affatto raro che si possa passare anche repentinamente da una fase di amore ad una di odio e viceversa. Questo accade perché sono i due poli opposti di uno stesso sentimento.
Lo stesso concetto si può traslare per il bene e il male. Nella realtà manifesta, non esiste il bene assoluto e il male assoluto. Una cosa può essere bene per una persona e male per un’altra, oppure la stessa cosa prima può far bene e poi far male. Il bene e il male non rappresentano che poli diversi di una stessa percezione. Con la conoscenza e la consapevolezza di questa legge, si è in grado di trasmutare il male in bene.
Tranne la verità dello Spirito Universale che è una, tutte le altre non sono che mezze verità.
Ogni paradosso può essere conciliato. Ogni opposizione può essere portata in armonia, convergendo verso il centro. Convergendo verso il centro, al punto originario, si quietano gli opposti.
Uno dei grandi problemi dell’uomo è il dualismo. A causa della bipolarità dell’Uno, le due nature quella umana e quella divina presenti nell’uomo si separano. Hanno la possibilità di riconciliarsi solo quando l’essere umano riconosce in sé i due poli e li realizza. In questo modo ritrova l’unità originaria. Tutti gli opposti sono complementari, essendo due forze di una realtà unica. La Legge della Polarità regola tutta la manifestazione a tutti i livelli, scaturendo il suo carattere ciclico e ritmico.
Anche la conoscenza si presenta nella sua dualità: la conoscenza inferiore e quella superiore, quella assoluta e quella relativa, quella materiale e quella trascendentale, quella razionale e quella intuita.
Una persona virtuosa non è quella che affronta l’impossibile compito di battersi per il bene e sconfiggere il male, bensì quella che è capace di mantenere un equilibrio armonico tra il bene e il male. Tutti gli opposti sono complementari. Pertanto, il conflitto non potrà essere risolto con la vittoria dell’uno sull’altro, ma nel mantenere un equilibrio dinamico tra i due estremi.
Le sette Leggi Universali - 4 - Legge di Polarità (o d'Attrazione/Repulsione)
V.IL PRINCIPIO DEL RITMO
“Ogni cosa fluisce e rifluisce. Ogni cosa ha fasi diverse. Tutto si compensa nel ritmo”.
Tutto si muove come un pendolo. La misura del suo movimento verso destra è la stessa verso sinistra. Il ritmo è la compensazione tra i due movimenti. La legge del ritmo è semplice nel suo ricorrente dinamismo. L’esempio più immediato per comprendere il principio del ritmo sono le stagioni. Ogni anno è scandito da fasi alternarne e perenne è l’alternarsi delle stagioni. Le fasi evolutive si possono riassumere in 4: nascita, crescita, decadimento, morte. Così si possono riassumere le fasi di un giorno: sorge, si sviluppa, tramonta e termina. Le stesse fasi si palesano nell’uomo quando si sveglia, lavora, di stanca e dorme. Allo stesso modo le stagioni: nascono con la Primavera, si sviluppano con l’Estate, decadono con l’Autunno e muoiono con l’Inverno. Pertanto, anche il tempo che nella mente viene concepito come razionale, in realtà è ciclico. Nel processo ritmico, il tempo nasce e muore di continuo nell’Eterno. Tutto è già accaduto e nel contempo deve ancora accadere, offrendo così all’uomo che si identifica con l’attimo presente, l’incredibile possibilità di modificare sia il passato che il futuro.
Ma per riuscire in questo, non è sufficiente capire o anche credere in un simile potere.
Non basta conoscere la verità per riuscire a modificare la realtà. E’ necessario riunificarsi nella verità, rinunciando a tutte le divisioni che ci mantengono separati dalla realtà.
La verità è un essere vivente che si identifica con la realtà divina.
Le sette Leggi Universali - 5 - Legge del Ritmo o Armonia
VI.IL PRINCIPIO DI CAUSA-EFFETTO
“Ogni effetto ha la sua causa, ogni causa il suo effetto. Tutto avviene in conformità di questa legge. Il caso è il nome dato ad una legge che non si conosce. Pur se esistono diversi piani di causalità, niente sfugge alla legge”.
Ogni azione genera un risultato. Questa è la legge Causa-Effetto detta anche la Legge del Karma. Ogni azione ha una conseguenza. Per ogni situazione c’è una causa che l’ha creata, che a sua volta produce un effetto.
Allo stesso modo, ogni pensiero, ogni sentimento, ogni atto è generato da una causa e crea un effetto. L’effetto della causa corrisponde in qualità e quantità alla causa stessa.
Ogni azione genera una reazione. Ogni azione genera un’energia stabilita, che con la stessa intensità ritorna al punto d’origine, ovvero ritorna a chi ha generato la prima azione.
Gli effetti di questa legge posso essere immediati o propagarsi nel tempo.
Questa legge è conosciuta anche come legge del pendolo.
Se prendiamo un pendolo infatti e lo facciamo muovere, osserviamo che l’oscillazione di destra è pari a quella di sinistra. Se ne variamo l’ampiezza, noteremo che essa cambia ma non il principio stesso.
Se prendiamo consapevolezza di questo, possiamo imparare a non subire il principio, ma a saperlo dominare. Imparando a dominare i pensieri, i sentimenti e le azioni.
Per la legge del pendolo, tutto ciò che è rigido si spessa.
Tutto quello che facciamo o che abbiamo ce lo creiamo noi costantemente. Ciò che si semina, si raccoglie. Ciò che si raccoglie determina il destino. Non è una legge di punizione, bensì una legge di giustizia. Molti esseri umani non collegano i fatti della propria vita, con gli effetti delle azioni del passato. Trovando un capro espiatorio per le proprie disavventure negli altri o nel destino, si ottiene spesso il risultato di sentirsi delle vittime. La legge di causa-effetto ci aiuta a sentirci sempre più responsabili. Impariamo a selezionare i nostri pensieri e le nostre azioni. Se ci allontaniamo da un vivere armonico ed equilibrato, a contatto con la natura, non considerando chi siamo veramente e l’importanza degli altri, otterremo sempre più disequilibri che si manifesteranno su piani differenti.
Le sette Leggi Universali - 6 - Legge di Causa - Effetto (o legge del Karma)
VII. IL PRINCIPIO DEL GENERE (O DELLA SESSUALITA’)
“Ogni cosa ha il suo principio maschile e femminile. Il genere si manifesta in ogni cosa e su tutti i piani. Solo l’unione e il lavoro tra il principio maschile e femminile ha possibilità di generare”
Su tutti i piani dell’esistenza riscontriamo il maschile e il femminile. Possiamo considerare il piano materiale, quello mentale o quello spirituale, in tutti noteremo la presenza dei due principi, quello maschile e quello femminile. Sul piano fisico il principio ha la sua evidenza nel sesso, mentre nei piani superiori pur assumendo forme più alte, rimane invariato.
Non c’è possibilità di creazione fisica, mentale e spirituale senza l’applicazione di questo principio. Tutte le manifestazioni della vita e della natura sono opera dei due principi, quello femminile e quello maschile.
Nulla esiste senza un padre e una madre, riflessi dei due principi creatori: Il Padre Celeste e la Madre Divina. Essi non sono qualcosa di separato. Li si deve comprendere come due poli scaturiti da un Unico Principio. L’Assoluto, il Non Manifesto, quello che nella Cabala viene chiamato Ain Soph Aur, Luce senza Limiti.
Se la creazione contiene del potenziale per esprimersi, per realizzarsi, la generazione avviene con l’unione tra il genere maschile e quello femminile.
Ogni elemento femminile contiene uno maschile e viceversa. In questo principio è racchiusa gran parte dei misteri della vita. Ciascuno di noi possiede sia la parte maschile che la parte femminile, una è più manifesta l’altra rimane meno visibile.
L’unione tra il maschile e femminile porta all’unità e alla generazione, il rinnovamento della creazione.
Ogni manifestazione, ogni nascita è il prodotto del lavoro dei due principi. Il principio maschile è il principio emissivo, quello che proietta, insemina, dona il germe della vita. Il principio femminile è quello ricettivo, quello che raccoglie, organizza, fino a produrre una nuova vita. Il principio maschile emana delle forze, ma rimane senza effetto se non incontra il principio femminile che risponde e lavora su ciò che ha ricevuto.
La potenza dell’essere umano è di possedere entrambi i principi e che entrambi lavorino per la creazione. E’ questo che avvicina l’Uomo allo Spirito Primo.
Le sette Leggi Universali - 7 - Legge di Generazione
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